Cominciamo col dire, in riferimento alla precedente domanda, che il cliente della banca ha diritto di recedere in qualsiasi momento, attraverso un’apposita dichiarazione, da un contratto di conto corrente, senza penalità e senza spese, anche in presenza di un eventuale saldo debitore nel momento di esercizio del relativo diritto.
Per quanto riguarda la richiesta di un saldo stralcio, andrebbe preventivamente appurato se il debito è stato ceduto dalla banca ad una società di recupero crediti (cosa che credo avvenuta, in virtù dell’offerta di transazione sulla base di 20 mila euro, pochi, maledetti e subito). Potrà verificarlo con la certezza dovuta sia chiamando la banca creditrice, se ha qualche referente presso di essa, oppure chiedendo a chi l’ha contattata per la transazione di esibire la lettera di cessione del credito (documento di cui andrebbe senz’altro presa visione per non rischiare di consegnare soldi ad un soggetto non autorizzato a trattare).
In ogni caso ha fatto bene a rifiutare la cambializzazione del credito residuo. Per capire come continuare una trattativa con il creditore le suggerisco di leggere gli articoli archiviati in questa sezione.
Volendo semplificare, una volta acquisita la lettera di cessione del credito e la certezza che il suo interlocutore è titolato a condurre la trattativa, può cominciare con l’offrire 5 mila euro in contanti, anche a voce: sarà poi la società di recupero crediti a formulare l’offerta per iscritto, in caso di accettazione della proposta (che sembrerebbe oscena, ma non è detto che la rifiuteranno e, magari, partendo così, rilanceranno con una richiesta di 10 mila euro).
In caso di pignoramento dello stipendio, il tempo necessario è sempre quello che occorre al rimborso dell’intero credito azionato (certificato ed autorizzato dal giudice, indipendentemente dall’importo ed al numero di mesi occorrenti per ripianare il debito). In caso di premorienza del lavoratore dipendente gli eredi saranno chiamati a coprire il residuo.
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