Annapaola Ferri

Capita, purtroppo spesso, di avere a che fare con avvocati, notai, ingegneri, geometri, dentisti e compagnia bella, i quali, di punto in bianco, dopo anni dalla data in cui ci hanno reso una prestazione professionale, anche se scadente, peraltro gia’ saldata profumatamente e che faceva ormai parte solo dei nostri sbiaditi ricordi, ci inviano a casa una parcella salata; intimandoci di pagarla entro tot giorni, pena l’avvio di azioni esecutive con il solito aggravio di spese ed interessi. Non che si tratti di soggetti disonesti o in mala fede, per carita’: sono solo persone affette da improvvisa e precoce amnesia.

Ed allora, quando il professionista ci notifica una parcella esosa a integrazione di quanto gia’ in precedenza versato a saldo per la prestazione resa più di tre anni prima (prescrizione presuntiva) si tratta semplicemente di un tentativo di estorsione.

E’ sufficiente non dare alcun seguito alla comunicazione. Ma, se proprio non riusciamo a tollerare l’odiosa e tardiva pretesa, limitiamoci a replicare che nulla e’ dovuto, essendo stati gli onorari integralmente corrisposti in contanti, come richiesto, al tempo in cui fu resa la prestazione.


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