Per debiti verso banche, privati e finanziarie, solo il primo creditore che si attiva giudizialmente può avviare azione esecutiva di pignoramento presso l’INPS ottenendo il prelievo di una parte della pensione. Gli altri dovranno attendere che al primo creditore venga rimborsato l’intero debito, prima di poter disporre anch’essi di una quota mensile della pensione.
Per farla breve, se sua madre smettesse di pagare le rate relative a tutti i debiti acquisiti, rischierebbe di vedersi prelevata una somma mensile pari a 290 euro circa, che si ottiene calcolando il 20% della differenza fra pensione netta percepita al lordo della cessione del quinto (euro 1950) e minimo vitale (ad oggi pari a circa 500 euro).
A mio parere interrompere i rimborsi sarebbe cosa buona e giusta, dal momento che le finanziarie, quando il pensionato chiede un prestito, sono in grado di verificare (con l’accesso alle banche dati create ad hoc) se insistono altri crediti garantiti dalla stessa pensione e fare una ponderata valutazione della sostenibilità di un ulteriore finanziamento.
Insomma, escluso il primo creditore di vostra madre, gli altri sono tutti colpevoli di avidità nel lucrare interessi e andrebbero giustamente puniti.
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