Marzia Ciunfrini

Premesso che in questo campo non v’è nulla di matematico, si può solo dire che l’azione revocatoria dell’atto di compravendita dell’immobile, proposta dal creditore, dovrebbe risultare inammissibile, perché la legge deve tutelare il terzo acquirente in buona fede.

E’ evidente che nascerebbero problemi dalla conseguente possibilità di pignoramento del conto corrente del debitore, ma se sul conto pignorato non ci sono disponibilità liquide, se non risultano donazioni indirette (passaggi di denaro verso parenti o affini, soggetti ad azione revocatoria) e se non vengono rinvenuti altri beni di proprietà del debitore, il creditore non può sindacare sul come è perché siano stati dilapidati i soldi ricavati dalla compravendita.


Per visualizzare l'intera discussione, completa di domanda e risposta, clicca qui.