Roberto Petrella

Non è possibile quantificare i tempi entro i quali il creditore riuscirà ad ottenere il pignoramento dello stipendio, una volta che sia stata notificata al debitore la comunicazione di decadenza dal beneficio del termine (DBT).

Con la comunicazione di DBT, il contratto di finanziamento con rimborso rateale viene risolto, in ragione della perdurante morosità del debitore: quest’ultimo sarà chiamato a restituire l’importo residuo, in unica soluzione, entro un determinato periodo di tempo.

Scaduto tale termine, il creditore dovrà valutare la convenienza economica di procedere coattivamente tramite azione esecutiva (presentazione del ricorso per decreto ingiuntivo) con conseguente (i tempi dipendono anche da eventuale opposizione al decreto ingiuntivo eccepita dal debitore) notifica del precetto al debitore ed al suo datore di lavoro.

Non si può escludere che venga prima esperito un tentativo stragiudiziale o che il credito sia ceduto ad altri dopo averlo postato a perdita (tipicamente una società di recupero crediti).

Anche nel caso di azione esecutiva giudiziale, i tempi dipendono variano molto in ragione della determinazione del creditore procedente e di chi lo assiste tecnicamente, dei carichi di lavoro del Tribunale e del giudice adito, della eventuale opposizione proposta dal debitore.

Il campanello d’allarme, per un imminente pignoramento dello stipendio nel giro di qualche mese, potrà cominciare a squillare appena le verrà notificato il ricorso per decreto ingiuntivo proposto dal creditore (quello originario o quello cessionario).

Ciò che possiamo dire è che, non trattandosi di recupero crediti esattoriali affidati ad Equitalia, per poter prelevare il 20% dal suo stipendio netto, il creditore procedente dovrà passare necessariamente da un giudice.


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