Ludmilla Karadzic

Quando si parla di cessione di crediti deteriorati (NPL – Non Performing Loans), ovvero di crediti di cui risulta particolarmente azzardato aspettarsi un recupero anche parziale, ci si riferisce alla cessione di pacchetti contenenti migliaia di posizioni e non una singola.

Detto questo, il valore di acquisto è pari a frazioni di punto percentuale del capitale nominale portato dal pacchetto.

Le strategie di recupero variano da società a società e, da operatore ad operatore di una stessa società a cui viene affidata la pratica singola. In sostanza, non c’è nulla di logico o razionale nel susseguirsi di successive richieste di pagamento.

Può trovare chi preferisce proporle un base di trattativa ragionevole e chi invece la spara inizialmente grossa per poi offrire al debitore uno sconto rilevante, rappresentandogli l’occasione della vita, quella da non perdere (per capirci i 5 mila euro che lei oggi sembra rimpiangere e che, magari, avrebbe volentieri pagato se ne avesse avuto la possibilità).

La cosa da comprendere è che queste società che lucrano con l’acquisto di debiti deteriorati quasi mai promuovono azioni esecutive nei confronti del debitore, preferendo la definizione stragiudiziale a saldo stralcio.

Il livello con cui si può chiudere la posizione dipende solo dalla capacità del debitore di giocare al ribasso e dalla sua propensione a sostenere le pressioni psicologiche esercitate, spesso ai limiti del lecito, dagli operatori del call center.


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