Innanzitutto ignori le richieste della società di recupero crediti cui Telecom ha affidato un contenzioso che, palesemente, non sussiste.
Ricordi all’operatore del call center che se vuole, può inviare comunicazioni scritte al presunto debitore, ma deve astenersi da qualsiasi contatto telefonico non desiderato.
Chieda all’operatore di identificarsi, annoti l’ora della chiamata, e poi con la massima determinazione gli intimi di non scocciarla più e che, persistendo nel suo comportamento lei procederà a segnalarlo ala società per cui egli lavora, all’Autorità per la tutela della privacy nonchè all’Autorità giudiziaria per i reati di molestie e stalking.
Poi, metta per iscritto la situazione paradossale in cui è venuta, suo malgrado, a trovarsi, ed invii, con raccomandata AR un formale reclamo al customer care di Telecom Italia, con riferimento anche alle pressanti richieste di denaro e minacce di aggravi che le sono state inoltrate dalla società cui Telecom stessa ha affidato il recupero del credito assolutamente non dovuto.
La gestione del reclamo da parte di Telecom Italia deve avvenire entro il termine massimo di 45 giorni dal ricevimento e l’esito della gestione deve essere comunicato all’utente.
Decorsi i 45 giorni, qualora non ricevesse riscontri e persistessero le sollecitazioni di recupero del credito, potrà comunque tutelare le sue ragioni ricorrendo alla procedura di risoluzione delle controversie tra utenti ed operatori regolate da una specifica disciplina definita dall’Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni (AGCOM).
Comprendo la frustrazione nel vedersi costretta a incombenze ulteriori e a perdite di tempo per la superficialità con cui l’operatore telefonico ha trattato la sua pratica, ma, tant’è, seguire la procedura consigliata (ed avere le prove di aver inoltrato formale reclamo) è l’unico modo per non passare, in futuro, dalla ragione al torto.
Per visualizzare l'intera discussione, completa di domanda e risposta, clicca qui.