Giovanni Napoletano

Molti, me compreso, hanno gia’ sperimentato sulla propria pelle, e nelle proprie tasche, quanto poco corretti siano alcuni messaggi pubblicitari che appaiono durante la navigazione in internet effettuata tramite smartphone o tablet.

All’improvviso, ecco comparire un banner che si attiva al solo passaggio del mouse e che preleva dal saldo del conto telefonico (parliamo di sim flat per internet e con importo prepagato per le comunicazioni voce) il costo di un servizio a pagamento in realtà mai richiesto.

In particolare, nel mio caso, il prelievo forzoso aveva mandato in negativo il saldo telefonico e comportato, così, anche il blocco della navigazione flat nel web. Una fortuna, in definitiva: dopo aver pagato, ho contestualmente chiesto la disattivazione di qualsiasi banner con proposte pubblicitarie veicolate dal gestore per conto terzi.

Della situazione sono consapevoli (e complici interessati, a mio modo di vedere) i gestori delle compagnie telefoniche che consentono, loro tramite, pratiche commerciali illecite ed espressamente vietate dalla legge.

Per chi vuole far valere, con le vie ordinarie, i propri diritti e ottenere il rimborso (o, nella fattispecie l’annullamento del debito) e’ bene ricordare che c’e’ la possibilità, oltre a denunciare l’accaduto al Garante per le Comunicazioni (Agcom), di inoltrare una richiesta di conciliazione al Corecom regionale nei confronti della compagnia telefonica.

Io ho pagato semplicemente perché costretto, in quanto non avrei più potuto fruire dell’abbonamento flat per internet, che era ancora lontano dalla scadenza.

Ma se dovessi consigliare ad un amico, che non ha tempo da perdere, come procedere nella situazione descritta, suggerirei soltanto di archiviare lo spiacevole incidente e di cestinare qualsiasi successiva comunicazione del sedicente creditore.


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