Giuseppe Pennuto

Possiamo fornirle una risposta veloce senz’altro, ma non servirà certamente a sciogliere gli interrogativi che lei pone.

La stampa si è ampiamente occupata del problema: a riscuotere, con scarso successo ci avevano provato, su mandato di alcune società croate, prima degli avvocati italiani con un approccio stragiudiziale. Adesso tentano la sorte i colleghi croati con una strategia diversa, e più intimidatoria.

Peraltro, sono noti i metodi scorretti spesso utilizzati, in Italia e nell’UE, nel campo del recupero crediti: comunicazioni false ed ingannevoli che sembrano provenire dai tribunali, citazioni del trasgressore in fori che non sono competenti.

Non essendo possibile effettuare un’indagine approfondita sulla legittimità del decreto di esecuzione e delle notifiche dei verbali presupposti (i costi di una verifica in loco per un eventuale accesso agli atti sarebbero sicuramente superiori alla pretesa) restano le sole scelte soggettive.

In base ad esperienza, io non pagherei. Ma, naturalmente, potrei sbagliare.

Mi conforterebbe la circostanza acquisita che in Italia e nella Ue non si va in galera per debiti: al massimo potrei subire un pignoramento dello stipendio. Ma aspetterei l’evolvere degli eventi.


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