Giuseppe Pennuto

Potrebbe non accadere nulla, come potrebbe darsi che il funzionario Equitalia a cui varrà affidata la sua pratica, preso atto dell’interruzione del piano di rateazione e della contestuale vendita del veicolo, proponga di avviare un’azione di revocatoria dell’atto di compravendita del debitore, anche senza un sicuro ritorno delle spese legali anticipate.

La politica aziendale della tipologia “Colpirne uno per educarne cento” non è un capriccio, o un dispetto, né un tentativo di lezione da impartire al debitore troppo disinvolto, ma semplicemente un investimento dettato dalla logica di evitare che i preavvisi di fermo amministrativo si risolvano tutti in una richiesta di rateazione con pagamento della prima rata (per sospendere l’iscrizione del fermo a 30 giorni) e successiva alienazione del veicolo.

L’eventuale revoca dell’atto di compravendita, ma anche la sola richiesta al giudice, creerà sicuramente al debitore problemi con il terzo acquirente (che sarà comunque coinvolto in un’azione giudiziale).

Il debitore, inoltre, si vedrà inibita qualsiasi successiva istanza di dilazione del debito e sarà obbligato a trovarsi (e pagare) un avvocato nel tentativo, almeno, di limitare i danni derivanti dalla situazione in cui egli stesso si è cacciato.

Purchè si sia consapevoli di poter essere estratti a sorte, ogni decisione può essere intrapresa.


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