Il prof. Renato Brunetta e i mutui: aspettare il ciclo … (ma non quello mestruale)
Attenzione » il contenuto dell'articolo è poco significativo oppure è stato oggetto di revisioni normative e/o aggiornamenti giurisprudenziali successivi alla pubblicazione e, pertanto, le informazioni in esso contenute potrebbero risultare non corrette o non attuali.
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Meglio tasso fisso o tasso variabile? Il solito dubbio per i comuni mortali, ma non per il prof. Brunetta. Tanto più che qualsiasi ipotesi può essere smentita dai tanti anni di vita del mutuo. Inutile cercare di pronosticare il futuro. Le previsioni economiche sono incerte quanto quelle del tempo. Invece l'esperienza ci ha suggerito una regoletta piuttosto semplice che finora non ha deluso: quando è possibile ottenere mutui ad un tasso fisso vicino al 5% bisogna approfittarne. A questo livello lo spazio di possibile risparmio con il ricorso al tasso variabile si assottiglia, mentre i rischi di innalzamento sono tutti presenti.
Al contrario, più il tasso fisso eccede il 5%, tanto più diventa interessante il mutuo a tasso variabile. Con buona probabilità esso resterà al di sotto della proposta a tasso fisso per la maggior parte del tempo. Con il vantaggio che ad un tasso più basso il rimborso capitale avviene più in fretta.
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