DOMANDA
Mia zia è mancata nel dicembre 2020: gli eredi sono tre fratelli e una loro cugina, tutti figli di due fratelli della zia. La zia, ultranovantenne era seguita da un legale, non tutore, conoscente della cugina. Secondo legge l eredità va divisa in due parti uguali, una alla cugina ed una ai tre fratelli. Questo era stato deciso e scritto in un testamento su insistenza del legale. Mia zia non aveva mai voluto questa decisione, ma voleva che fossero fatte quattro parti uguali. Ad agosto 2020 chiamò il legale per annullare il testamento precedente e scriverne uno secondo le sue volontà. Il legale non si fece più sentire e a dicembre mia zia è mancata. Noi non abbiamo prove delle sue volontà se non quello di sapere quello che voleva dato che ce lo diceva. Il legale ci ha chiamato in questi giorni ed il testamento consegnato al notaio è quello che rispetta la legge. Cosa possiamo fare?
RISPOSTA
Per inciso, anche le presunte disposizioni della zia deceduta, non riversate in testamento, in base alle quali l’eredità avrebbe dovuto essere ripartita in 4 quote uguali fra i nipoti, avrebbero rispettato la legge: infatti ai fratelli ed alle sorelle non è riservata alcuna quota se il de cuius fa testamento. In altre parole, nella situazione della zia ultranovantenne, la quota riservata ai legittimari è nulla e tutta l’eredità è disponibile al de cuius che può devolverla a chi meglio crede, secondo le quote che ritiene più opportune.
Tuttavia, non si può lasciare testamento in forma orale: le disposizioni per sentito dire sono da considerarsi inesistenti perché privo di quei requisiti minimi necessari per cui possa ravvisarsi una disposizione testamentaria.
Ergo, non resta che adeguarsi al testamento che l’avvocato ha consegnato al notaioe che lascia la metà dell’eredità ad una nipote ed un sesto a ciascuno degli altri tre nipoti.
6 Febbraio 2021 - Tullio Solinas
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