Stangata bollette – Interviene l’Antitrust





Bollette: contratti modificati e minaccia di distacchi - l'Antitrust indaga su quattro società





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Vorrei sapere se c’è un organo che sta vigilando sulle società fornitrici di energia per le bollette sempre più salate e le minacce dei distacchi che ormai sono all’ordine del giorno.

Qualcuno interviene?

L’Antitrust, autorità garante della concorrenza e del mercato, avvia quattro indagini, quattro istruttorie contro Iren, Iberdrola, EON e Dolomiti, fornitrici di energia e gas sul mercato libero.

Le contestazioni – ora verso una, ora verso un’altra società – hanno un filo comune: le modifiche unilaterali dei prezzi, le comunicazioni ai clienti, le minacce di distacco (a meno di accettare contratti peggiorativi) sarebbero contrarie al decreto Aiuti bis e al Codice del consumo.

L’Antitrust – dopo aver sentito le ragioni dei fornitori sotto accusa – si riserva “provvedimenti cautelari” urgenti per congelare subito le condotte sospette e a rischio, tasto su cui battono anche i consumatori.

Sempre l’Antitrust chiede informazioni ad altre 25 società: A2A Energia, Acea Energia, AGSM ENERGIA, Alleanza Luce & Gas, Alperia, AMGAS, ARGOS, Audax Energia, Axpo Italia, Bluenergy Group, Duferco Energia, Edison Energia, Enegan, Enel Energia, Engie Italia, Eni Plenitude, Enne Energia, Estra Energie, Hera Comm, Illumia, Optima Italia, Repower Italia, Sinergas, Sorgenia, Wekiwi.

Sotto la lente dell’Autorità finiscono le proposte di modifica del prezzo di fornitura di energia e gas, in contrasto con l’articolo 3 del decreto legge Aiuti bis (convertito nella legge 142 del 2022).

Il decreto legge Aiuti bis si concentra, in particolare, sui contratti sottoscritti sul mercato libero dell’energia e del gas. L’articolo 3 sospende – fino al 30 aprile 2023 – le clausole contrattuali che consentono ai fornitori di modificare il prezzo della fornitura.

I preavvisi di modifica del prezzo, comunicati prima della data di entrata in vigore del decreto, sono sospesi (sempre fino al 30 aprile 2023) “a meno che le modifiche contrattuali si siano già perfezionate”.

Iberdrola e ad E.ON. – prima contestazione – hanno comunicato agli utenti la risoluzione del contratto di fornitura per “eccessiva onerosità sopravvenuta”, a meno che il cliente non accettasse “un nuovo contratto a condizioni economiche significativamente peggiori”.

A Dolomiti, invece, viene contestata la modifica unilaterale del prezzo di fornitura inviata prima dell’entrata in vigore del decreto Aiuti bis (10 agosto 2022): modifica che non è efficace proprio perché non si è perfezionata prima di quella data. L’azienda trentina è convinta di aver applicato correttamente la legge complessa.

Iren, infine, ha comunicato la scadenza di tutte le offerte a prezzo fisso e la proposta di nuove e condizioni economiche (peggiorative), senza lasciare al cliente la possibilità di recedere dalla fornitura. La società Iren, chiamata in causa, respinge gli addebiti.

A Iberdrola e Dolomiti “è anche contestata l’ingannevolezza delle comunicazioni che evidenzierebbero l’impossibilità di fornire energia elettrica al prezzo contrattualmente stabilito per l’aumento del prezzo del gas naturale”. Questo, scrive l’Antitrust, “in espressa e grave contraddizione” rispetto ai messaggi promozionali, secondo le quali l’energia è ricavata da fonti rinnovabili.

Alle altre 25 società fornitrici di energia e gas l’Autorità chiede copia di eventuali comunicazioni ai consumatori, contrarie alla legge, inviate a partire dal primo maggio 2022. Le comunicazioni sono relative, anche in questo caso, alle modifiche unilaterali delle condizioni economiche di fornitura applicate dopo il 10 agosto 2022.

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20 Ottobre 2022 · Andrea Ricciardi

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