DOMANDA
Mio padre è deceduto lasciando una postepay revolution, una percentuale sul terreno e dei debiti con Equitalia.
Tutti gli eredi faranno la rinuncia della eredità, ma un ragazzo (non erede) ha fatto un prelievo dopo la morte di mio padre (per sua stessa richiesta) senza essere ancora a conoscenza che era deceduto (per nostra svista vista la situazione), una cifra irrisoria, prelievo di 50 euro su 51 sulla carta.
Questo prelievo però può essere problematico per gli eredi che rinunciano?
Equitalia può impugnare il fatto per incastrare qualcuno con i debiti di mio padre? Dichiarando una accettazione tacita della eredità?
Meglio dichiararli questi soldi prelevati al momento della rinuncia?
Oppure meglio rimettere i soldi tramite un bonifico nella carta (non ancora bloccata)?
Il ragazzo, innocente al 100%, può incorrere a qualcosa?
Noi paghiamo di nostre tasche il 100% del funerale senza usare i soldi di mio padre, questo ci avvantaggia nella situazione per giustificare eventualmente i 50 euro? Grazie mille in anticipo.
RISPOSTA
Perchè un creditore possa eccepire accettazione tacita dell’eredità da parte del chiamato è necessario che il chiamato all’eredità compia un atto che presuppone necessariamente la sua volontà di accettare e che non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede. Così dispone l’articolo 476 del codice civile.
Ma è anche necessario che il chiamato venga identificato: una carta postepay il defunto potrebbe averla anche smarrita (insieme ai codici) quando era ancora in vita e il prelievo effettuato da terzi ignoti.
Se, invece, il soggetto è stato identificato al momento del prelievo e non è un chiamato, per gli altri chiamati non si pone il problema di accettazione tacita: al più il terzo che ha prelevato il denaro potrebbe essere denunciato per furto dagli eredi.
29 Gennaio 2020 - Annapaola Ferri
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