Richiesta riduzione rata prestito rifiutata dalla finanziaria creditrice

Consolidamento debiti, consolidamento ristrutturazione debiti, recupero crediti












Vorrei cortesemente chiedervi un consiglio da parte vostra in merito un prestito che mi è stato concesso da una nota finanziaria.

Ho chiesto la riduzione della rata per la perdita dell’impiego, ma mi e’ stata rifiutata in quanto il prestito non e’ flessibile.

Ho usufruito dell’assicurazione sulla rata per i 12 mesi previsti ma ora mi trovo nella reale impossibilita’ di sostenere l’intero importo di 300 € mensili e sono già iniziate le telefonate ed i messaggi di un recupero crediti.

Controllando il contratto ho anche notato che sul contratto compare che la banca ha dichiarato che il mio reddito mensile era di 900 € e di 1800€ familiare, cosa assolutamente falsa e dimostrabile con tutte le mie buste paga che non superano mai i 550€.

Pensa che possa essere una base per poter rallentare la riscossione? In maniera da aver un po’ di tempo per racimolare un po’ di soldi per un’eventuale conciliazione del debito?

Sgombriamo subito il campo dagli equivoci, affermando che il rifiuto della società creditrice di diminuire la rata a fronte di problematiche vissute dal debitore, non può giustificare l’inadempimento da un punto di vista giudiziale.

Nè, eventualmente, a fronte di un decreto ingiuntivo emesso nei suoi confronti e finalizzato ad avviare azione esecutiva, il debitore può opporsi contestando la valutazione del merito creditizio effettuata in fase istruttoria dalla finanziaria, basata su dati non rispondenti all’effettiva situazione reddituale del debitore e del proprio nucleo familiare, una volta che il prestito sia stato erogato e fruito.

Finite le cattive notizie, passiamo a quella buona: assumendo un atteggiamento passivo nei confronti dei tentatiti di recupero del credito che lei non può rimborsare, il massimo che potrà capitarle è il pignoramento dello stipendio nella misura di 110 euro al mese.

Certo, il capitale residuo risulterà gravato da interessi di mora e spese legali di esecuzione coattiva (quindi si allungheranno i tempi di rimborso), ma c’è poco altro da fare quando il debitore non riesce a pagare, suo malgrado, ed il creditore si rifiuta di ristrutturare e consolidare il debito, ovvero allungare i tempi di rimborso e diminuire l’importo rateale mensile.

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8 Settembre 2016 · Simone di Saintjust