Attualmente vivo oltreoceano, ho un lavoro da libera professionista che ha cominciato a funzionare solo da un anno a questa parte: in Italia risulto disoccupata e non sono più residente.
Ma, nel 2004 contrassi un debito con la consumit, il debito ad oggi ammonta a 4500 euro. A quell’epoca la mia situazione personale era molto differente dall’attuale in quanto vivevo in Italia, ero dipendente di una societa´assicurativa. Contrassi alcuni debiti e terminai di pagarli, l’unico che mi resta è quello sopra indicato.
Ho scritto ultimamente alla consumit per avere informazioni sul mio debito, al che, mi hanno messo in contatto per email con una certa avvocatessa, che non so´nemmeno di che società faccia parte ma che suppongo sia l´incaricata del recupero del mio debito.
Le ho spiegato che anche volendo, realmente non posso pagare tale somma. Le ho proposto un saldo a stralcio ma, seppur accettato da lei, ammonterebbe all´ottanta per cento della somma dovuta. Le modalità di pagamento sarebbero dilazionate con un iniziale di cinquecento euro e una cifra mensile di trecento. Tutto perfetto fino a qua´, ma io davvero non ho la possibilità di pagare tale somma.
Personalmente le ho chiesto un saldo a stralcio del trenta per cento, che mi rendo conto e´pochissimo, pero´e´quello che posso permettermi e lei ha risposto che non le e´possibile accettare.
Cosa faccio? Con tutta la buona volontà io davvero non dispongo di tale cifra al momento, nè ho la possibilità di pagare trecento euro mensili.
Se il debitore contatta il creditore per aprire una trattativa finalizzata a chiudere la propria posizione debitoria, è evidente che deve avere un interesse.
Con questo approccio il creditore assume necessariamente una posizione di forza.
23 Ottobre 2011 · Simone di Saintjust