DOMANDA
Sono una pensionata di 67 anni con una pensione di 1600 euro, la quale essendo incorsa in un problema improvviso ha richiesto un prestito di tremila euro ad una finanziaria: ho portato tutta la documentazione e il mio IBAN per l’accredito del prestito, la pratica sembrava chiusa, ma il giorno dopo venivo richiamata dalla finanziaria, la quale riferiva che non poteva concedermi il prestito perché usufruivo durante il mese di tutta la mia pensione. Domanda, può la finanziaria “spiare” il mio conto corrente?
RISPOSTA
Senza voler scomodare spy stories che raccontano di accessi illegittimi all’anagrafe dei conti correnti gestiti dall’Agenzia delle Entrate (AdE) o il ricorso ad impiegati infedeli disposti a violare la privacy dei clienti intestatari di un conto corrente – tenuto presso l’istituto di credito per il quale lavorano – per fornire informazioni riservate a potenziali creditori, possiamo dire che, una volta noto l’IBAN del conto corrente intestato a chi ha richiesto il prestito, é possibile ricorrere alla prassi del benefondi.
Per benefondi si intende la prassi, in voga fra gli intermediari del credito, di richiedere e dare conferma dell’esistenza di una sufficiente copertura in relazione ad un determinato conto corrente: chi fornisce informazioni su una richiesta di benefondi non deve necessariamente fornire informazioni dettagliate sul saldo di conto corrente o sulle singole operazioni condotte dal cliente, ma solo assicurare l’interlocutore (che simula, ad esempio, la promessa di pagamento ricevuta tramite assegno bancario o carta di credito tratta sul conto corrente) riguardo alla copertura rispetto ad un determinato importo.
Peraltro, è nota la storiella paradossale secondo la quale la banca presta facilmente soldi a chi già ne dispone …
Può anche darsi, più semplicemente, che l’istruttoria per la concessione del prestito non abbia rilevato, attraverso visure nei Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC), informazioni positive su precedenti finanziamenti a carico del richiedente il prestito, il che non depone certo a favore di potenziali debitori non più in tenera età. Ragion per cui il finanziamento potrebbe essere stato negato in ultima battuta, in base al parere negativo espresso da chi ha condotto e portato a termine l’istruttoria e la giustificazione riguardante il pieno utilizzo mensile della pensione, ovvero l’insostenibilità della rata di rimborso, sia solo una scusa come un’altra.
Valuti l’opportunità di chiedere un prestito dietro cessione del quinto della pensione: la cessione del quinto della pensione rappresenta una particolare forma di prestito personale che consente di ottenere della liquidità restituendo l’importo ricevuto attraverso l’addebito della rata direttamente sulla pensione. Si tratta di un prestito il cui rimborso è garantito direttamente dall’INPS e non necessita di un’analisi sulla sostenibilità della rata mensile se non si hanno altri prestiti in corso di ammortamento.
21 Aprile 2024 - Ludmilla Karadzic
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