Reiezione e decadenza della dilazione del debito contributivo INPS

L'istanza di dilazione verrà accolta solo se comprende tutti i debiti contributivi esistenti, siano essi in fase amministrativa, legale o cartolarizzati












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La domanda di dilazione all’INPS può essere accolta solo se l’istanza fa riferimento alla rateizzazione di tutti i debiti contributivi, anche cartolarizzati?

Condizione essenziale perché si possa concedere parere favorevole alla domanda di dilazione è che  l’istanza della ditta comprenda tutti i debiti contributivi esistenti, siano essi in fase amministrativa, legale o cartolarizzati.

Inoltre, il mancato pagamento anche di una sola rata mensile o la mancanza della correntezza contributiva è motivo per respingere la richiesta di pagamento dilazionato del debito scaduto (delibera dell’INPS 356 dell’11 marzo 1997).

Il provvedimento di reiezione è definitivo e non è ammissibile alcun ricorso. Alla stessa maniera è possibile revocare la concessione del beneficio della rateazione di pagamento già accordata, qualora il contribuente ometta il pagamento anche di una sola rata mensile o non si mantenga al corrente con il pagamento dei contributi.

Di conseguenza, una volta che l’assicurato è decaduto, si dovrà provvedere alla revoca del provvedimento di dilazione (e delle sospensioni eventualmente ancora attive di cartelle esattoriali), al fine di consentire all’esattoria la riattivazione delle procedure di riscossione coattiva del debito.

Nel contempo si provvederà allo sgravio degli interessi di dilazione non più dovuti e nel caso vi siano debiti non ancora oggetto di cartella esattoriale (inseriti nella domanda di dilazione amministrativa), occorrerà procedere alla formazione di un nuovo ruolo esattoria

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15 Giugno 2024 · Annapaola Ferri

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