Pignoramento dello stipendio per debitore che non ha versato l’assegno di mantenimento alla figlia naturale nella misura fissata dal giudice, intestatario di un mutuo casa in fase di ammortamento, che paga il rimborso di un altro prestito, ha a proprio carico anche il mantenimento della moglie separata o divorziata e che deve pagare un affitto considerando che la casa familiare di proprietà (acquistata con il mutuo) è stata assegnata al coniuge affidatario di un secondo figlio

L'unica scappatoia per un maschio stipendiato perseguitato da figli e coniugi separati o divorziati è quella di non pagare più nessuno












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Ho uno stipendio netto di 1600 euro e ho un debito alimentare verso mia figlia non ero sposato con la madre mi hanno fatto precetto: volevo sapere la quota che mi pignoreranno dalla busta paga, contando anche che pago un mutuo di 365 euro, una rata di 212 euro e un altro mantenimento di circa 200 euro. In più ho lasciato la casa alla ex moglie con cui ho il secondo figlio e dovrei comunque cercare di vivere anch’io.

L’unica tutela prevista per i debitori inadempienti, quando viene pignorato il loro stipendio, è rappresentato dall’articolo 545 del codice di procedura civile, secondo il quale la somma di tutte la trattenute per pignoramento gravanti sullo stipendio e la eventuale cessione del quinto in corso, non possono superare la metà dello stipendio. Le altre esigenze del titolare della busta paga sono del tutto irrilevanti, per il giudice, ai fini della quantificazione della trattenute chiesta dal creditore insoddisfatto procedente (la figlia naturale),

Pertanto, nella situazione illustrata la trattenuta che sarà decisa dal giudice potrà arrivare alla somma originariamente fissata per il mantenimento della figlia, purché essa non superi gli 800 euro mese (ovvero, la metà dello stipendio netto).

Paradossalmente, per avere diritto a metà dello stipendio netto per soddisfare i propri bisogni di sopravvivenza, il debitore inadempiente, lavoratore dipendente, dovrà interrompere il pagamento del mutuo (365 euro), rischiando l’espropriazione della casa, il rimborso del finanziamento in corso (212 euro), il mantenimento del coniuge separato e del secondo figlio (200 euro), aspettando che lo stipendio venga pignorato anche dagli altri creditori.

Il debito certamente aumenterà, causa il conseguente obbligo di copertura delle spese legali, ma il risultato sarà quello di avere disponibile sempre, mese per mese, metà dello stipendio netto per le proprie esigenze (locazione per un tetto e spese di sostentamento). Gli eventuali creditori che non trovassero capienza per la trattenuta spettante nella metà dello stipendio del debitore sottoposto ad azione esecutiva, dovranno attendere che qualche creditore che lo abbia temporalmente preceduto nell’avvio dell’azione legale, veda soddisfatto il proprio credito azionato.

Comprendo che è dura da accettare, ma la legge è questa, purtroppo: altro che il patriarcato cianciato dalle sedicenti femministe di ogni ordine e grado: qui si tratta di sfruttamento del maschio che ha sbagliato nella scelta di una compagna di vita …

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19 Dicembre 2023 · Patrizio Oliva

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