Informazioni sulla tutela e il rispetto sul lavoro












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Vorrei porre alcune domande sulla mia situazione lavorativa e sul modo che ha il mio datore di lavoro di trattarmi anche per iscritto: svolgo un turno notturno con tempo parziale di quattro notti a settimana e un mese fa ho chiesto per iscritto la collocazione temporale dei turni di lavoro per avere altri giorni liberi per altra occupazione. L’istanza mi è stata respinta. Cosa posso fare? Premetto che il full time sui tre turni da loro è stato rifiutato quindi ho fatto la richiesta sopra citata. Causa un giudizio del medico competente ogni qualvolta si presenta l’occasione, la direzione mi elenca la limitazione che secondo loro non mi permette di lavorare di giorno quindi anche obbligata a fare la notte. Come posso difendermi mettendo a tacere queste continue umiliazioni visto che a loro non chiedo niente altro che lavorare i miei turni e avere altri giorni per poter cercare altro part time?

Spero vorrà comprendere che:

– senza conoscere il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) che le viene applicato, il quale disciplina, anche eventualmente vietandola, la possibilità, per il lavoratore, di mantenere una doppia occupazione;
– senza poter leggere le motivazioni addotte dal datore di lavoro per respingere la richiesta di collocazione in un turno diverso;
– senza conoscere la patologia accertata dal medico del lavoro competente nell’azienda:

ci è impossibile esprimere un qualsiasi parere sulla vicenda in cui è coinvolta e che le appare, a quanto sembra, al limiti del mobbing.

Comprendiamo, peraltro, il senso di solitudine, impotenza ed amarezza da cui è pervasa, dal momento che ritiene ingiusto e persecutorio il comportamento assunto, nei suoi confronti, dal datore di lavoro.

Il suggerimento che possiamo darle è senz’altro quello di contattare una struttura sindacale presente sul territorio in cui vive e/o lavora: con l’importo necessario per la sola iscrizione potrà fruire dell’assistenza legale di cui ha bisogno.

Analizzando direttamente la documentazione (contratto di lavoro, carteggio epistolare con il datore di lavoro, parere clinico del medico preposto alla salute e alla sicurezza dei lavoratori circa le mansioni da lei espletabili in azienda) il legale del sindacato potrà valutare se esistono i presupposti per una diffida o, addirittura, per una azione giudiziale di bossing.

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21 Settembre 2018 · Ludmilla Karadzic

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