Implicazioni del regime fiscale forfetario – Quando si supera la soglia di ricavi consentiti per fruire dell’agevolazione

Si passa al regime ordinario se nell'ultimo anno fiscale i ricavi risultano superiori a 85 mila euro












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Sono una partita IVA che ha adottato il regime forfetario per il 2023 e vorrei conoscere i criteri che mi consentiranno di mantenere questo regime agevolato.

Il regime forfettario è un particolare regime fiscale agevolato usato da chi lavora con partita IVA, a cui è associata un’aliquota di tassazione molto bassa: il 5% sull’imponibile nei primi cinque anni di attività, poi il 15%.

Tra i requisiti necessari per aderire a questo regime fiscale, c’è quello del limite dei ricavi.

La legge di bilancio 2023 ha innalzato il limite di ricavi annuali da 65 mila euro ad 85 mila euro: da questo limite può dipendere la permanenza o l’uscita dal regime fiscale forfettario.

In pratica se – in sede di dichiarazione dei redditi che va presentata entro il 30 novembre – nell’ultimo anno fiscale si superano gli 85 mila euro ma si rimane comunque sotto i 100 mila euro di ricavi, l’anno successivo a quello corrente (a partire da dicembre 2023) il contribuente dovrà passare al regime ordinario. Invece, se addirittura è stato superato il limite dei 100 mila euro di ricavi, si dovrà uscire immediatamente dal regime forfettario e passare al regime ordinario.

Il che vuol dire che, tra le altre cose, perdere l’agevolazione dell’aliquota di tassazione al 5% o al 15% e non godere più delle semplificazioni ai fini IVA e ai fini contabili: cioè, il titolare della partita Iva dovrà iniziare a tenere la contabilità, ordinaria o semplificata, e dovrà applicare l’Iva (imposta sul valore aggiunto) a partire dalle fatture successive. In parole povere, c’è un notevole aumento di spese e di adempimenti da sostenere.

In particolare se nel corso dell’anno fiscale sono stati superati i 100 mila euro di ricavi, bisognerà regolarizzare le fatture già emesse con delle note di credito (cioè, una correzione di una fattura già emessa e registrata) per rettificare il compenso del 22% di Iva ed emettere poi una nota di debito per l’Iva in precedenza non addebitata.

Dopo il passaggio al regime ordinario, dopo il passaggio al regime ordinario, trascorsi altri due anni, è possibile comunque rientrare nel regime forfettario se si tornano a rispettare i requisiti previsti dalla vigente normativa

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29 Ottobre 2023 · Giorgio Valli

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