Ho lavorato sodo per 15 anni e mi ritrovo piena di debiti












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Ho un problema che ormai non mi fa dormire: anzi mi fa sperare di addormentarmi e non svegliarmi più.

Avevo una ditta individuale creata insieme al mio ex marito che però non figurava in nulla se non come garante del mutuo fatto per creare la ditta.

In realtà gestiva la parte economica della ditta, dopo la separazione ho trovato buchi e mi sono trovata ad affrontare una crisi tale che i debiti dell’azienda lievitavano.

Nonostante l’attività avesse ripreso, non riuscivo più a a lavorare e a far fronte ai debiti e per pagare mi sono venduta tutto.

Ora ho dovuto chiudere ma mi restano sulle spalle 100 mila euro di debiti tra locazione, contributi fornitori e tfr dei dipendenti.

Non ho un lavoro e vivo in comodato d’uso con il mio nuovo compagno nostra figlia e i miei figli minorenni avuti dallEx matrimonio. Iniziano ad arrivare decreti ingiuntivi di pagamento a cui seguiranno inevitabilmente i pignoramenti.

Io non possiedo nulla solo la macchina con cui porto i bambini a scuola… Ma i beni del mio compagno e il suo stipendio possono essere toccati? Servono per la mera sopravvivenza …

E questa situazione umiliante è insopportabile potrà avere una qualche conclusione nel tempo o per tutta la vita tremerò ogni volta che suona il campanello o suona il telefono? Datemi qualche consiglio perché non ce la faccio più. Ho lavorato 15 ore al giorno per trovarmi solo con debiti …

Mi permetta di ricordarle che nella sua situazione, essendo ormai stata spogliata di tutti i suoi beni, potrebbe approfittare della legge 3/2012 (composizione della crisi da sovraindebitamento) presentando un piano del consumatore (presumo che lei sia un soggetto non fallibile) finalizzato ad ottenere l’esdebitazione a fronte di rimborsi, seppur parziali, ai dipendenti che reclamano il TFR (crediti privilegiati). Non c’è bisogno di assenso da parte dei creditori: è il giudice a decidere l’esdebitazione se si convince che il debitore ha dato tutto quanto possedeva per adempiere ai propri debiti ed è rimasto nullatenente ed indebitato. Approfondisca la questione cliccando qui. Si tratta, in pratica, di una chance che le consentirebbe di intraprendere, con successo e senza l’assillo di debiti pregressi, una nuova attività.

Venendo, invece, alla sua specifica domanda è da escludere che il compagno della debitrice possa essere coinvolto in azioni esecutive (pignoramento stipendio o altro) promosse dai creditori nei confronti della debitrice se non ha sottoscritto fideiussioni o garanzie a favore della debitrice stessa.

Un marginale ed indesiderato coinvolgimento potrebbe derivare da un eventuale pignoramento presso la residenza della debitrice: qualsiasi bene del compagno che si trovasse in loco potrebbe essere pignorato ed il terzo dovrebbe poi faticare, facendosi assistere da un avvocato, per adire il giudice delle esecuzioni e liberare i beni di sua esclusiva proprietà. Anche se la debitrice ha sottoscritto un contratto di comodato gratuito, in quanto tale contratto non è opponibile all’ufficiale giudiziario ma, esclusivamente, al giudice delle esecuzioni.

Per quanto attiene l’assillo dei creditori, si documenti in questa sezione: nessuno può bussare alla sua porta se non l’ufficiale giudiziario o il postino; nessuno può contattarla al telefono per esigere un qualsiasi credito.

Per il resto, pur nella consapevolezza di essere stata vittima di eventi, situazioni e soggetti senza scrupoli, lei dovrebbe evitare di compiangersi, evitare di drammatizzare oltre il dovuto (i greci cosa dovrebbero fare?) e reagire. Ci rendiamo conto che non è facile, ma possiamo esortarla in quanto siamo stati coinvolti anche noi, che scriviamo, in esperienze amare come quella che la vede protagonista. Qualche spunto, allo scopo, ci sembra di averlo fornito.

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8 Luglio 2015 · Ludmilla Karadzic

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