Google: ok a richiesta UE per licenze app a pagamento – Ci sarà un aumento dei costi degli smartphone?












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Da quello che ho potuto capire, Google si adatterà alla decisione Ue di far pagare le licenze per le app ai produttori degli smartphone, per consentire il libero mercato.

Ma questa novità non andrà ad influire negativamente sui consumatori?

Il risultato non sarà l’aumento del costo dei cellulari?

Il gigante di Mountain View, messo alle strette dalle norme anticoncorrenziali europee, per evitare nuove sanzioni, renderà disponibili, solo a pagamento, le licenze delle proprie app (Chrome, Playstore, Youtube, Maps, Gmail ecc) ai produttori di smartphone (Android): saranno poi quest’ ultimi a scegliere se integrarle o meno.

Riassumendo la vicenda, la Ue, dopo una multa da 4,3 miliardi di dollari, aveva ordinato a Google di smettere di obbligare i produttori di telefonini a preinstallare il suo motore di ricerca e il browser Chrome se volevano operare con Play store, il negozio virtuale da cui scaricare le app funzionanti con Android.

Ciò, per consentire il libero mercato e l’installazione di app anche dei competitor.

Pur avendo fatto ricorso contro la decisione Ue a inizio mese, l’azienda entro fine ottobre deve terminare le pratiche che Bruxelles ha giudicato anti-competitive.

Il rischio, altrimenti, è che per ogni giorno di mancato rispetto della decisione il gruppo debba versare una multa ulteriore pari in media al 5% massimo dei ricavi giornalieri generati globalmente.

Così, BigG, ha annunciato di avere messo fine alla restrizione, ma che inizierà a chiedere una non precisata commissione per ogni dispositivo se il produttore vuole le app del gruppo che includono anche Play store.

Google si e’ limitato a dire che la commissione sara’ contenuta e si attuera’ in modo indistinto su tutti i gruppi produttori.

Anche se questa commissione varra’ solo in Europa, essa avra’ conseguenze su tutto il mercato mondiale dei telefonini.

Anche i produttori asiatici e americani dovranno adeguare i loro costi in Europa, uno dei mercati di smartphone piu’ maturi.

Dunque, nel dettaglio, cosa cambierà per i produttori?

Il browser Chrome e Google Search diventeranno delle opzioni facoltative (vincolandone l’uso al pagamento di una tariffa) mentre per poter integrare il Play Store si dovranno installare obbligatoriamente anche le app Maps, Gmail e YouTube attraverso una licenza a pagamento.

Chi sceglierà di sganciarsi completamente da BigG potrà infine accedere e utilizzare Android, gratuitamente, in versione open source e personalizzarlo a piacimento.

Quale potrà essere l’impatto sul mercato è impossibile da determinarsi ora ma è certo che si tratti di una novità sostanziale, visto e considerato che la prima possibile (e anche logica) conseguenza dell’annuncio potrebbe essere l’immediato rincaro dei prezzi al dettaglio di smartphone e tablet.

Dunque, questa scelta la pagheranno gli utenti?

Beh, pare proprio di si, poiché per il momento è difficilmente ipotizzabile che qualche produttore possa rimuovere del tutto dai propri dispositivi i software di Google, anche se è una eventualità tecnicamente possibile.

Se pensiamo però a uno dei servizi più utilizzati dagli utenti, il negozio Play Store, il canale di accesso a milioni di applicazioni scaricabili sullo smartphone o sul tablet, quale vendor sarà così temerario da abbandonarlo, visto e considerato che rappresenta anche una fonte di ricavi e uno strumento per stringere partnership con altre aziende?

L’altro possibile cambiamento epocale riguarda il browser e il motore di ricerca: la maggior parte degli utenti utilizza Chrome e Search in modo automatico e non ha mai considerato l’opportunità di ricorrere ad alternative quali Firefox o un’altra applicazione per la ricerca sul Web.

Uno smartphone privo di questi due software sarebbe apprezzato così come lo è ora?

Infine i costi.

Se Google impone ai produttori il pagamento del pacchetto base dei suoi servizi, per bilanciare l’assenza di Chrome e del motore di ricerca, è molto probabile che tali costi verranno in qualche modo ricalcolati sui listini dei prodotti a scaffale.

La domanda è quindi la seguente: in che misura aumenteranno, se aumenteranno, i prezzi degli smartphone?

L’Unione Europea ha messo il gigante di Mountain View di fronte a un bivio sventolando la bandiera di una maggiore libertà di scelta per i produttori di hardware.

Ma saranno proprio questi ultimi, di fatto, a fari carico di assorbire gli effetti dell’obbligo “virtuale” di pagare una licenza per utilizzare Android.

E alla fine, pagheranno, come sempre, i consumatori.

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18 Ottobre 2018 · Patrizio Oliva

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