Diversi crediti con un unico creditore












Sono un pensionato Inps, andato in quiescenza nel 2017 per inabilità permanente  a proficuo lavoro da un Ente pubblico regionale siciliano: percepisco una pensione mensile di circa 4 mila e 500 euro.

L’unica mia preoccupazione, non avendo beni immobili, è quella che l’ente evidenzi delle mie responsabilità, anche per colpa di terzi dipendenti miei sottoposti, avendo ricoperto la carica apicale di direttore generale.

Si tratterebbe del medesimo creditore (cioè dell’Ente pubblico presso cui prestavo servizio) che rivendica diversi crediti, per questioni amministrative diverse.

Ad esempio, per ritardi nella riscossione crediti, per contenziosi perduti con diversi ricorrenti per cause imputabili all’amministrazione etc.

In questo caso trattandosi del medesimo agente creditore la procedura di pignoramento della pensione, si fermerebbe ad un quinto, ovvero può proseguire in ragione di tutti i crediti vantati, secondo il proquota del quinto della pensione, al netto della quota di sociale, aumentata del 50%?

Ovvero, il medesimo creditore deve mettersi in accodo sino l’esaurimento del primo credito e poi inserire gli altri, secondo l’ordine cronologico di presentazione dell’azione di pignoramento?

Ammesso, e non concesso, che la Corte dei Conti (o organo equipollente presso la regione autonoma siciliana) la condannasse a risarcire i danni conseguenti alla sua responsabilità dirigenziale, il creditore sarà unico e rappresentato dalla Pubblica Amministrazione e l’azione di riscossione coattiva verrà affidata a Riscossione Sicilia società per azioni.

Pertanto, se non ha beni immobili espropriabili, l’azione di risarcimento si concretizzerà in un prelievo del 20% dalla quota pignorabile di pensione, al momento rappresentata dalla differenza fra il rateo percepito (4.500 euro) e il minimo vitale pari al massimo dell’assegno sociale aumentato delle metà (parliamo, nel 2019, di 687 euro).

A conti fatti, oggi perderebbe all’incirca qualcosa come 763 euro al mese.

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30 Marzo 2019 · Ludmilla Karadzic