Dal bollo alle multe – Cosa cambierà col decreto sostegni?

Il governo Draghi sarà adesso chiamato a varare il suo primo decreto emergenziale e di aiuto a famiglie e lavoratori vessati dalla crisi economica


DOMANDA

Gira voce che con il nuovo decreto del Governo, che sarà nominato decreto sostegni, verrà sospeso il pagamento del bollo auto ed anche delle multe, insieme ad altre cose. E’ vero?


RISPOSTA

Il governo Draghi sarà adesso chiamato a varare il suo primo decreto emergenziale e di aiuto a famiglie e lavoratori vessati dalla crisi economica derivata dall’emergenza pandemica: dopo i vari decreti del precedente esecutivo guidato da Giuseppe Conte, continueranno le misure di ristoro ma anche alcuni interventi di natura fiscale. Il nuovo decreto di chiamerà “Sostegno”, anche se corrono voci che dicono come il nome possa diventare “decreto indennizzi”. In materia fiscale di fa un gran parlare di una sanatoria dei debiti in arrivo. Se le linee di intervento precedentemente utilizzate erano votate a congelare scadenze e a procrastinare i pagamenti di diversi balzelli che comunemente gravano sui contribuenti, adesso si inizia a parlare di condoni, sanatorie e stralcio delle cartelle. E dentro il contenitore delle sanatorie potrebbero e dovrebbero entrare anche il bollo auto e le multe, anche quelle derivanti dalle infrazioni alle regole del Codice della Strada. Il decreto non ha visto ancora i natali ma circolano già alcune bozze e in molte di loro compaiono alcuni provvedimenti di carattere fiscale come lo stralcio delle cartelle fiscali fino a 5000 euro. E tra le cartelle che, stando alle ultime ipotesi, potrebbero finire nel calderone di questo nuovo stralcio, anche le sanzioni relative al bollo auto o le multe relative alle infrazioni del Codice della Strada. La bozza del decreto Sostegno infatti ha al suo interno lo stralcio per le cartelle fiscali fino a 5000 euro, ma a condizione che siano state messe e quindi divenute esecutive, tra il 2. 000 ed il 2025. Due leggi si Bilancio fa si intervenne cancellando d’ufficio le cartelle al di sotto di 1. 000 euro antecedenti il 2010. Fu la cosiddetta Pace Fiscale prevista dal collegato alla legge di Bilancio in vigore dal 1° gennaio 2019 (cd decreto Fiscale) a prevedere questo benefit per chi aveva vecchi debiti fiscali insoluti. Una misura che oltre ad agevolare i contribuenti si prefissava l’obbiettivo di alleggerire il carico delle cartelle potenzialmente non più esigibili da parte della Amministrazione finanziaria. Stessi obbiettivi di questa nuova ipotesi di intervento, che estenderebbe fino al 2015 il beneficio della sanatoria e che aumenterebbe la soglia delle cartelle da cancellare a quelle fino a 5. 000 euro. Il fatto che sia stata incrementata la soglia massima di importo della cartella rende tutte le pendenze relative al mondo auto perfettamente sanabili. Difficilmente esistono cartelle per bolli auto non pagati che superano i 5. 000 euro, soprattutto se si pensa che l’intervento dovrebbe riguardare il singolo balzello e non le cartelle cumulative. In pratica, potrebbero venire condonati tutti i tributi e le multe evase che singolarmente prese hanno un importo inferiore a 5. 000 euro. Tutto ancora ipotetico dal momento che non esiste ancora il decreto e che il suo contenuto non è ancora stato definito. Ma se davvero l’operazione andrà in porto, la portata sarebbe notevole con circa 60 milioni di cartelle interessate. Resta il fatto che in seno alla maggioranza di governo non tutte le forze politiche vedono di buon occhio provvedimenti di questo genere e che il neo Premier Draghi anche durante il suo discorso di insediamento aveva parlato di lotta all’evasione fiscale come di punto culmine delle politiche che il nuovo governo avrebbe dovuto perseguire. E non è stralciando le cartelle che si combatte l’evasione, questo è palese. Più facile prevedere l’ennesima proroga alle scadenze fiscali come già da mesi viene previsto più o meno ad ogni decreto emergenziale prodotto. Anche nella bozza del nuovo decreto c’è un provvedimento di questo genere, con la sospensione fino al 30 aprile dei termini dei versamenti per le entrate tributarie e non tributarie derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione, compresi gli avvisi bonari. La novità riguarda la riapertura delle attività di invio delle cartelle da parte del Concessionario alla Riscossione, ma con delle regole precise a favore dei contribuenti debitori. Infatti dallo scorso primo marzo Agenzia delle Entrate Riscossione (ma non solo), potranno ripartire con l’invio delle cartelle ai contribuenti, con la postilla però di non renderli subito imperativi dal momento che viene lasciata al contribuente la facoltà di decidere se pagare o meno. Infatti verrà stabilito che anche se con scadenze e arrivi diversi, le cartelle non subiranno oneri aggiuntivi se il contribuente non le pagherà nei termini prescritti all’interno della cartella. Le date di scadenza imposte nelle missive saranno sostituite tutte da un termine di pagamento generalizzato che scatterà decorsi 60 giorni dal termine ultimo del periodo di sospensione previsto.


8 Marzo 2021 - Andrea Ricciardi


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