DOMANDA
Vorrei sapere se, dopo la scadenza dei termini a fine 2020, è stata prorogata o meno la possibilità, per disagi economici derivati dalla pandemia, di congelare rate di mutui e prestiti.
Ne sapete qualcosa?
RISPOSTA
Ci sarà ancora tempo nel nuovo anno per congelare le rate di mutui, finanziamenti e crediti al consumo, perché la situazione di molte famiglie è ancora critica e la pandemia tutt’altro che alle spalle. La conversione in legge del Decreto Ristori, che ha preso in esame la proroga della moratoria, ha già avuto l’approvazione del Senato ed è in attesa dell’approvazione da parte della Camera.
La procedura accelerata di accesso alla moratoria dei mutui prima casa sarà ancora attiva per tutto il 2021, mentre quella sui finanziamenti stabilita lo scorso aprile da Assofin si appresta ad essere rivista e prolungata di concerto con l’iniziativa di ABI per ancora altri 6 mesi, fino al 9 aprile 2021.
Chi ha un mutuo prima casa, seconda casa, liquidità o ristrutturazione appena aperto o precedente ma non ha ancora aderito alla moratoria, può farlo per tutto il 2021: ai 12 mesi di sospensione concessi nello scorso aprile se ne aggiungeranno altri 9.
Alla moratoria potranno aderire anche coloro che ne avevano già fatto richiesta, ma a patto di non superare i 9 mesi complessivi.
Le categorie ammesse sono i lavoratori che si siano trovati in difficoltà a causa della perdita del lavoro subordinato, non subordinato ma comunque continuativo, oppure abbiano subito la riduzione dell’orario di lavoro, o ancora la sospensione del lavoro per almeno 30 giorni consecutivi.
La sospensione del mutuo non comporta interessi di mora e nessun tipo di costo. A renderla possibile è la presenza di un plafond gestito da Consap, il Fondo Gasparrini risalente al 2008, istituito con la legge 244/2007 proprio per sostenere i mutuatari in temporanea difficoltà.
La vera novità del prolungamento della sospensione è l’esclusione dalle categorie ammesse di liberi professionisti, autonomi e piccoli imprenditori che hanno subito una riduzione del fatturato pari o superiore al 33%: per loro è scaduto il 17 dicembre scorso il termine per accedere alla moratoria.
Scaduto nella stessa data anche l’esonero dal presentare il documento di Isee per accedere alla moratoria: da adesso ritorna la condizione di avere un Isee inferiore ai 30. 000 euro.
Stessa scadenza per l’importo dei mutui: prima ammessi quelli fino a 400. 000 euro, si torna al limite massimo dei 250. 000 euro consentiti per il congelamento delle rate.
Infine, per chi ha usufruito del Fondo di garanzia prima casa, non sarà più possibile l’accesso al fondo di sospensione del mutuo.
La nuova norma premia invece i mutui stipulati da meno di un anno: per questi l’accesso alla sospensione è consentito fino al 9 aprile 2022.
La proroga comunicata allo stato attuale è di 6 mesi in aggiunta ai 6 mesi stabiliti nello scorso aprile. Tuttavia chi aveva usufruito già per intero della moratoria, non potrà accedervi nuovamente. Chi invece ne ha usufruito per un periodo limitato, inferiore ai 6 mesi, potrà integrare i mesi mancanti.
Potranno essere sospesi tutti i finanziamenti superiori ai 1. 000 euro e durata non inferiore ai 6 mesi. Si potrà inoltre sospendere la sola quota capitale del prestito oppure l’intera rata.
Non sarà possibile accedere alla moratoria se prima del 21 febbraio si sia risultati morosi (default finanziario).
La sospensione allunga il periodo di ammortamento di un tempo pari a quello dello stop e prevede l’applicazione, una volta ripreso il pagamento delle rate, degli interessi previsti dal contratto.
Possono aderire tutti i lavoratori che hanno subito una contrazione del fatturato del 33% nel trimestre precedente a quello della domanda, rispetto all’ultimo trimestre 2019.
La sospensione delle rate dei finanziamenti è importante non soltanto per i mutuatari e i titolari dei prestiti, ma costituisce una mossa utile anche per gli istituti di credito. Far fronte a una procedura di recupero del credito è costoso e lungo, e non porta sempre a buoni risultati.
Con il congelamento delle rate si dà respiro alle famiglie in grave difficoltà e si consente loro di darsi una prospettiva per rimettersi in sesto e recuperare, in attesa di un futuro che riservi meno sacrifici rispetto allo stato attuale. Un provvedimento dunque che serve a banche e consumatori, che si rivela utile in questo momento storico molto critico.
11 Gennaio 2021 - Gennaro Andele
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