Cedolare secca o contratto a canone libero cosa conviene di più?

Stante il livello di reddito attualmente percepito, è da escludere la convenienza economica di una scelta del regime di tassazione noto come cedolare secca












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Sono una ragazza madre senza occupazione, ho un monolocale di proprietà con relativo garage che ho affittato a 450,00 euro al mese, stipulando un regolare contratto di locazione a canone libero, per 4 anni senza mai applicare l’aumento ISTAT sull’affitto.

Dovendo adesso rinnovare il contratto per ulteriori 4 anni, mi è stato suggerito di farlo con la formula della cedolare secca, ma nel mio caso: di persona con nessun altro reddito se non quello ricavato dall’affitto dell’appartamento, mi converrebbe utilizzare questa formula?

Al momento, io pago annualmente l’irpef tramite modello unico (anche se le tasse che dovrei pagare sono equiparate dalla spese sostenute per cui in realtà non verso nulla in più) e le tasse di registrazione del contratto (110,00 euro divisi a metà con l’inquilino), data questa situazione la cedolare secca potrebbe effettivamente convenirmi in qualche modo?

Stante il livello di reddito attualmente percepito, è assolutamente da escludere la convenienza economica di una scelta del regime di tassazione noto come “cedolare secca”.

Qualora, in futuro, il reddito da lei percepito dovesse lievitare in modo consistente, avrà sempre tempo per applicare la cedolare al contratto già in corso, attendendo la scadenza della prima annualità contrattuale successiva al miglioramento delle condizioni reddituali.

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16 Gennaio 2014 · Ludmilla Karadzic

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