Bonus animali domestici – Come funziona

L’interesse per l’iniziativa del governo, che nella legge di Bilancio 2024 ha istituito un fondo per un bonus per la cura degli animali di famiglia, ha confermato quanto l’opinione pubblica sia sensibile a tutto ciò che gravita intorno agli animali d’affezione.

Va subito detto che bisogna attendere un decreto interministeriale, previsto per la fine di marzo, per conoscere i criteri di ripartizione delle risorse, i requisiti e le modalità di accesso al fondo.

Il bonus è un ulteriore riconoscimento da parte del Legislatore che gli animali domestici sono importanti per accrescere il benessere psicofisico di chi se ne prende cura, non a caso il fondo è istituito presso il ministero della Salute.

Il provvedimento legislativo, le cui somme stanziate, pari a 250.000 euro per ciascuno degli anni 2024-2026 e i destinatari del provvedimento, proprietari con più di 65 anni e con un Isee inferiore a 16.215 euro, può risultare limitato, ma in realtà rappresenta un tassello importantissimo in quanto, per la prima volta, si introduce un beneficio fiscale dal quale ci si può ragionevolmente aspettare un risparmio indiretto su altri capitoli di spesa pubblica quale quello sanitario, ad esempio per minori terapie psicologiche.

Non possiamo fare previsioni su quanto sarà assegnato a ciascun richiedente, ma sappiamo che il contributo sarà a copertura dei costi per le prestazioni, compresi gli interventi, e i farmaci.

Restano fuori, come già per le detrazioni fiscali in materia di spese veterinarie, a meno che non si tratti di cani guida per non vedenti, le spese per il mantenimento, come il cibo, anche se si tratta di alimenti consigliati dal veterinario.

Quanto ai requisiti per usufruire del bonus, per ora si sa che il contributo può essere utilizzato solo per gli animali di affezione iscritti all’apposita Anagrafe, cioè il registro nazionale dei cani, gatti e furetti identificati con microchip, che consente di identificare il loro legittimo proprietario.

Inoltre, come detto, potranno richiedere il bonus i proprietari con più di 65 anni e con un Isee inferiore a 16.215 euro.

Il bonus si potrà aggiungere alla detrazione, già in vigore, del 19% per le spese veterinarie, un’agevolazione che può essere richiesta, invece, da chiunque spende per visite, operazioni e medicine veterinarie, anche senza essere il proprietario.

Ipotizziamo che si abbia una gatta e che durante l’anno si siano spesi 200 euro per la sua sterilizzazione, 30 euro per una visita di controllo e 50 euro per farmaci vari.

A chi redige la dichiarazione dei redditi vanno consegnate le fatture per la sterilizzazione e la visita, compresi i documenti che attestino la tracciabilità del pagamento, come la ricevuta della carta di credito, o del bonifico.

I farmaci, come per quelli umani, sono detraibili con il solo scontrino”.

Dal totale di 280 euro di spese va tolta una franchigia di 129,11 euro.

Si porterà perciò in detrazione la somma di 150,89 euro, a cui si applica una detrazione d’imposta del 19%. In totale, la detrazione fiscale sarà di 29 euro.

In questo caso, che si abbiano due gatti e un cane fa poca differenza, il tetto massimo da portare in detrazione è sempre di 500 euro.

Non è molto, ma è comunque un segnale di attenzione per chi ha un rapporto con un animale da affezione.

In un momento di spending review- è già qualcosa”.

30 Gennaio 2024 · Andrea Ricciardi