DOMANDA
Ho ricevuto una bolletta della luce secondo me troppo alta per i consumi effettuati: vorrei ottenere la rettifica e non so se è possibile e nemmeno come fare.
Potete aiutarmi?
RISPOSTA
Leggere e capire una bolletta della luce o del gas non sempre è semplicissimo ma fondamentale per poter gestire al meglio i pagamenti e tenere sott’occhio i consumi: le somme indicate nelle bollette, infatti, possono anche essere rettificate.
Questa procedura, prevista dal codice di condotta commerciale per la vendita di energia elettrica e di gas naturale, si verifica nel momento in cui il cliente si accorge che l’importo da pagare potrebbe essere inesatto.
Cosa fare in questo caso e quali possono essere le cause di un’anomalia?
offerta e consumi: l’offerta può essere inadeguata al profilo di consumi, ad esempio quando il cliente opta per la tariffa bioraria al posto di quella monoraria e viceversa
bassa efficienza energetica: anche in questo caso si possono notare delle differenze importanti in termini di consumo
mancata autolettura: l’operazione consiste nel leggere il contatore di luce o gas e comunicare i dati al fornitore nel periodo di tempo da lui indicato.
La richiesta di rettifica è un diritto del cliente nel caso in cui la somma richiesta sia considerata sbagliata, ma come funziona esattamente?
Come comportarsi in caso di errore in bolletta
Qualora gli importi siano considerati anomali, è possibile inviare una comunicazione scritta al venditore in cui si spiegano tutti i dettagli: questa procedura è valida sia per la rettifica della fatturazione che per la rettifica degli importi troppo alti. È preferibile allegare un’autolettura per consentire al venditore di controllare i consumi e la loro correttezza.
Cosa deve fare il venditore
Il venditore che riceve una richiesta scritta per la rettifica degli importi in bolletta ha l’obbligo di accertare i consumi e di inviare una risposta motivata con tutte le spiegazioni del caso.
Nel caso in cui l’errore sia certo, allora si procede con la rettifica vera e propria e con l’accredito della somma in eccesso. In questa risposta, il venditore deve elencare una serie di informazioni:
il riferimento al reclamo
nominativo e riferimento del venditore incaricato di fornire altri chiarimenti
controllo degli elementi del contratto da cui dipendono le condizioni economiche della fornitura
il calcolo che è stato fatto per l’eventuale rettifica
il venditore ha 40 giorni di tempo per rispondere, un tempo che si calcola a partire dal momento in cui ha ricevuto la richiesta. Se non si ottiene alcuna risposta dopo che sono trascorsi questi 40 giorni, allora ci può anche essere un procedimento dell’Autorità per l’energia elettrica e per il gas. In caso ci dovessero essere dei ritardi nel rimborso, il cliente ha diritto a un indennizzo automatico nella prima bolletta utile.
Questo importo può essere di tre tipi:
20 euro, quando la risposta del venditore arriva entro e non oltre il doppio del tempo massimo previsto
40 euro, quando si va oltre il doppio del tempo massimo
60 euro, quando la risposta supera di tre volte il tempo massimo
In ogni caso, l’indennizzo deve arrivare entro otto mesi dal momento in cui è stata ricevuta la richiesta di rettifica.
19 Gennaio 2021 - Gennaro Andele
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