Avviso accertamento agenzia dell’entrate – compiuta giacenza

Sono veramente desolata ed amareggiata per non poterla in alcun modo aiutare.












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In data 21 maggio 2015 ricevevo una raccomandata da parte di Equitalia: con la stessa l’ente di riscossione mi portava a conoscenza che erano stati autorizzati a riscuotere un debito (2434 euro) che ho con l’agenzia delle entrate. Si tratta di un avviso di accertamento che mi era stato notificato con raccomandata in data 21 luglio 2014.

Non avendo ricordi in merito mi portavo il giorno seguente presso gli uffici dell’agenzia entrate “Roma4”, facevo richiesta dell’accesso agli atti, e in possesso di questi venivo a conoscenza che l’avviso di accertamento non mi era stato mai notificato in quanto il postino il 21/07/2014 non avendo trovato nessuno in casa lasciava un’avviso, avviso che io non ho mai trovato, quindi c’è stata una “compiuta giacenza” .Dagli atti risulta il primo e unico tentativo di notifica dello stesso.

L’avviso di accertamento si riferisce a un cud non presentato dell’ importo di 5980 euro per l’anno 2009. In quella sede provavo a trattare con il personale per una riduzione della sanzione che avrei anche pagato se equa, ma niente da fare, a loro dire la pratica era “perfetta” e l’unico consiglio che mi hanno saputo dare è stato quello di andare dall’agente di riscossione e chiedere la rateizzazione dell’importo.

Sempre leggendo gli atti apprendevo che se avessi ricevuto l’atto avrei pagato meno di 1000 euro con sconto di un sesto: invece nel giro di un’anno dovrei pagare 2434,37 euro cioè piu’ del doppio.

Preciso che Equitalia non mi ha mandato una cartella ma un “avviso di presa in carico” con allegato il bollettino per effettuare il pagamento.

Il cud in questione non è stato presentato per una mia dimenticanza. E’ inutile che vi dica quanto pesi cio’ sia a livello economico che morale, percio’ vi chiedo di aiutarmi se possibile dandomi eventuali indicazioni sul da farsi.

Sono veramente desolata ed amareggiata per non poterla in alcun modo aiutare.

La notifica postale diretta (quella senza intermediazione e controllo degli ufficiali giudiziari) effettuata tramite raccomandata AR ed affidata esclusivamente alla buona fede del postino, è diventata ormai un flagello per i malcapitati destinatari di comunicazioni inviate dalla PA o dai concessionari della riscossione esattoriale.

Se il postino scrive sulla ricevuta di ritorno che il destinatario è assente e che ha lasciato il prescritto avviso, fanno fede le sue affermazioni. Per confutarle è necessaria una querela di falso ed un procedimento di accertamento lungo e costoso.

La relazione del postino è Vangelo: anche se, magari, il destinatario è immobilizzato a casa sulla sedia a rotelle; anche se mille persone sono pronte a testimoniare che, in zona e nel giorno del presunto tentativo di notifica, non si è visto un postino a pagarlo oro.

Chiaro che la notifica per compiuta giacenza conviene a tutti: al creditore, che non è costretto ad anticipare le spese per l’ufficiale giudiziario e che, con il perfezionamento per compiuta giacenza, elimina qualsiasi vizio di notifica incombente; a Poste Italiane che offre il servizio a prezzi stracciati avvalendosi di contratti a tempo determinato e imponendo ai postini indici di produttività ai limiti del possibile.

E chi ci rimette è, come al solito, il cittadino. Che, quando non è a conoscenza del tentativo di notifica (perchè l’avviso di inizio giacenza non si trova mai là dove dovrebbe essere depositato) perde la chance di un ricorso all’atto o quella di pagare approfittando della riduzione delle sanzioni (acquiescenza).

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27 Maggio 2015 · Ludmilla Karadzic

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