Accensione termosifoni – Da quando è possibile nella mia zona?


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In casa mia comincia già a fare abbastanza freddo e sono tentata di accendere i termosifoni: so però che bisogna rispettare delle date precise per poter procedere.

Nel dettaglio, quali sono le scadenze?

Con l’arrivo del freddo, conseguente dal calo delle temperature, molti italiani si chiedono quando si potranno riaccendere i termosifoni: il Decreto del Presidente della Repubblica numero 412 del 26 agosto del 1993, regolamenta le limitazioni e i criteri di utilizzo degli impianti di riscaldamento in Italia.

Questa normativa ha suddiviso l’Italia in 6 zone climatiche, definendo la data di accensione dei termosifoni in base all’unità di misura “grado giorno”, che indica la somma (estesa a tutti i giorni dell’anno) delle differenze tra temperatura interna agli edifici, stabilita anch’essa per convenzione, e temperatura media esterna.

Questa particolare unità di misura permette di individuare le zone più fredde, quelle, cioè, nelle quali i termosifoni dovranno restare accesi più a lungo.

L’unica delle sei zone a non avere un periodo specifico di accensione dei riscaldamenti è la zona F, che comprende le sole province di Cuneo, Belluno e Trento.

In queste località la temperatura gradi giorno è superiore a tremila gradi, motivo per cui non è prevista nessuna limitazione nell’accensione e nello spegnimento dei riscaldamenti, né tantomeno sui limiti di ore giornaliere in cui far funzionare gli impianti.

La zona E comprende diverse località settentrionali e montuose, ed ha un coefficiente gradi giorno tra i 2100 e 3000 gradi.

Le province che fanno parte di questa zona sono: Alessandria, Asti, Aosta, Biella, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bolzano, Gorizia, Pordenone, Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo,Treviso, Trieste, Udine, Verona, Vicenza, Venezia, Arezzo, Perugia, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Campobasso, Potenza ed Enna.

Per gli abitanti di queste località i riscaldamenti verranno accesi il prossimo 15 ottobre e verranno spenti il 14 aprile 2020. La durata giornaliera sarà di 14 ore.

Dovranno aspettare qualche giorno in più invece i cittadini delle province incluse nella Zona D, con temperatura gradi giorno tra 1400 e 2100.

Le località coinvolte sono quelle nelle province di Genova, La Spezia, Savona, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Massa Carrara, Siena, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Roma, Viterbo, Terni, Avellino, Chieti, Pescara, Foggia, Isernia, Matera, Caltanissetta, Nuoro, Teramo e Vibo Valentia.

In queste località i riscaldamenti potranno essere accesi a partire dal 1° novembre, con spegnimento previsto sempre per il 14 aprile del prossimo anno.

Qui la durata giornaliera sarà massimo di 12 ore.

La Zona C ha una temperatura gradi giorno tra 900 e 1400 e comprende le province di Imperia, Latina, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno, Bari, Lecce, Taranto, Brindisi, Catanzaro, Cosenza, Cagliari, Oristano, Sassari e Ragusa.

In queste località si potranno tenere i riscaldamenti accesi per un massimo di 10 ore al giorno: l’avvio degli impianti sarà il prossimo 15 novembre, mentre lo spegnimento avverrà il 31 marzo 2020.

Nella zona B, in cui la temperatura gradi giorno è tra 600 e 900, comprende località del Sud Italia, dove spesso le temperature sono gradevoli.

Parliamo delle province di Reggio Calabria, Crotone, Trapani, Siracusa, Palermo, Messina, Catania e Agrigento, dove i riscaldamenti potranno essere accesi a partire dal 1° dicembre, fino al 31 marzo prossimo, per una durata di 8 ore al giorno.

La zona A, la più calda, comprende soltanto i comuni di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle, che hanno una temperatura gradi giorno non superiore a 600.

Per loro vagono le date della zona B, ossia 1° dicembre 2019 per l’accensione e 31 marzo 2020 per lo spegnimento, con l’unica variante che riguarda il limite orario giornaliero, che in questo caso è di sei ore.

Si ricorda che: durante il periodo di accensione, la temperatura degli ambienti dei singoli edifici viene stabilita intorno ai 20 gradi, con due gradi di tolleranza. Soltanto in caso di eventi climatici straordinari, il sindaco di un Comune che lo ritenesse necessario, può fissare nuove scadenze in base alle esigenze della località in questione.

12 Novembre 2019 · Andrea Ricciardi


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