sentenze e ordinanze della Corte di cassazione a sezioni unite


Il concetto di usura sopravvenuta non esiste ed il creditore non è tenuto a restituire al debitore il differenziale fra gli interessi pattuiti in sede contrattuale e quello soglia vigente al momento del pagamento

22 Ottobre 2017 - Simonetta Folliero


Secondo la sentenza 24675/2017 della Corte di cassazione a sezioni unite, va negata la configurabilità dell'usura sopravvenuta dal momento che è priva di qualsiasi fondamento la tesi della illiceità della pretesa del pagamento di interessi a un tasso che, pur non essendo superiore, alla data della pattuizione (con il contratto o con patti successivi), alla soglia dell'usura definita con il procedimento previsto dalla legge 108/1996 superi tuttavia tale soglia al momento della maturazione o del pagamento degli interessi stessi. Il principio di correttezza e buona fede nell'esecuzione del contratto stipulato fra le parti impone un dovere di solidarietà, per il quale ciascuna delle parti del rapporto è tenuta ad agire in modo da preservare gli interessi dell'altra, a prescindere dall'esistenza di specifici obblighi contrattuali o da quanto stabilito da singole norme di legge. La pretesa di interessi divenuti superiori al tasso soglia in epoca successiva alla loro pattuizione potrebbe, pertanto, [ ... leggi tutto » ]


Diventa complicata (o, meglio, impossibile) l’opposizione a cartella esattoriale originata da multe per violazione al codice della strada in assenza di notifica del verbale di accertamento o quando il verbale viene notificato tardivamente

22 Ottobre 2017 - Giuseppe Pennuto


Fino al 22 settembre 2017 (data di pubblicazione della sentenza 22080/2017 della Corte di cassazione a sezioni unite) il rimedio dell'opposizione all'esecuzione (ex articolo 615 del codice di procedura civile) era stato individuato come praticabile contro la cartella esattoriale, per dedurre il vizio di notifica del verbale di accertamento. Così aveva individuato la giurisprudenza di legittimità, a far data dalla pronuncia 4814/2008. In pratica, nel caso di omessa notifica del verbale di accertamento della violazione al Codice della strada, o di notifica tardiva del verbale di accertamento dopo i 90 giorni previsti dalla legge, bastava opporsi alla successiva notifica della cartella esattoriale (ex articolo 615 del codice di procedura civile - che non ha termine di proposizione, potendo essere proposto anche in occasione di un successivo atto esecutivo) per eccepire l'estinzione della pretesa sanzionatoria formulata dalla Pubblica Amministrazione: così la multa poteva non essere pagata, senza entrare nel merito della [ ... leggi tutto » ]


La registrazione del contratto di locazione ad uso abitativo – nessuna interferenza fra norme tributarie e civilistiche

14 Ottobre 2017 - Piero Ciottoli


La normativa tributaria prevede la registrazione del contratto di locazione: le disposizioni vigenti stabiliscono che sono soggetti a registrazione i contratti di locazione immobiliare, sia se stipulati per iscritto sia se conclusi verbalmente, indipendentemente dall'ammontare del canone, esclusi i contratti di durata non superiore a trenta giorni nell'anno (i quali sono soggetti a registrazione solo in caso d'uso), nonché i contratti di comodato conclusi per iscritto. La registrazione deve essere effettuata entro trenta giorni dalla data dell'atto o dalla sua esecuzione in caso di contratto verbale. Esiste la possibilità di una registrazione tardiva. In caso di omessa registrazione del contratto di locazione di immobili, si presume, salva documentata prova contraria, l'esistenza del rapporto di locazione anche per i quattro periodi d'imposta antecedenti quello nel corso del quale è accertato il rapporto stesso. Ora, il principio di tendenziale non interferenza tra le regole di diritto tributario e quelle attinenti alla validità [ ... leggi tutto » ]


Società di persone – non espropriabili le quote sociali per debiti personali del socio

20 Settembre 2017 - Marzia Ciunfrini


Le quote delle società (società in nome collettivo, società in accomandita semplice) di persone non possono, quanto meno in linea di principio, essere espropriate finché dura la società a beneficio dei creditori particolari dei soci. Il principio non é enunciato espressamente in alcuna disposizione di legge, ma si desume con sicurezza dalla disciplina complessiva delle società personali, tradizionalmente ispirata all'esigenza che i rapporti fra i soci siano caratterizzati da un elemento fiduciario secondo il quale, salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo, le partecipazione sociale può essere trasferita solo con il consenso di tutti i soci, ovvero di quelli che rappresentano la maggioranza del capitale sociale (articoli 2252, 2284 e 2322 del codice civile). L'espropriazione della quota, comportando l'inserimento nella compagine sociale di un nuovo soggetto, prescindendo dalla volontà degli altri soci, introdurrebbe un elemento incompatibile con i caratteri di tale tipo di società. S'intende allora perché il legislatore, quando ha ritenuto [ ... leggi tutto » ]


Quando assumere un debito può salvare dal carcere e quando l’inadempimento può comportare la libertà vigilata

12 Settembre 2017 - Giovanni Napoletano


Il giudice penale, nel pronunciare sentenza di condanna, quando ritiene di dovere determinare la durata della pena detentiva entro il limite di due anni, può sostituire tale pena con quella della semidetenzione; quando ritiene di doverla determinare entro il limite di un anno, può sostituirla anche con la libertà vigilata; quando ritiene di doverla determinare entro il limite di sei mesi, può sostituirla con una pena pecuniaria (ammenda). Secondo la normativa vigente il giudice può disporre, in relazione alle condizioni economiche del condannato, che l'ammenda venga pagata in rate mensili da tre a trenta, ma non può, tuttavia, sostituire la pena detentiva quando presume che le prescrizioni non saranno adempiute dal condannato. L'ammenda non corrisposta per insolvibilità del condannato si riconverte nella libertà vigilata per un periodo massimo, rispettivamente, di un anno e di sei mesi. Quando è accertata l'impossibilità di esazione della pena pecuniaria o di una rata di [ ... leggi tutto » ]