Una ricerca ADICONSUM sul sovraindebitamento

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Nel 2007 Adiconsum ha compiuto 20 anni, ed arrivati a questo importante traguardo ci è parso doveroso iniziare un percorso di bilanci delle attività che nel corso della nostro lavoro ci hanno contraddistinto e caratterizzato. Tra queste, sicuramente è da annoverare la nostra costante attenzione alle problematiche del sovraindebitamento e dell'usura che affliggono moltissime famiglie italiane, trascinandole nella spirale dell'emarginazione sociale e che nel corso degli anni si sta sempre più configurando come un fenomeno che da emergente sta evolvendo verso l’emergenza sociale.

Fin dalla nostra nascita abbiamo svolto iniziative di informazione, educazione, prevenzione, con l’obiettivo di educare ad un uso consapevole e responsabile del denaro le famiglie ma anche i ragazzi attraverso la realizzazione di progetti ad hoc nelle scuole; abbiamo informato i consumatori riguardo i canali e le modalità di accesso al credito legale; abbiamo orientato i soggetti a rischio o usurati verso le strutture in grado di aiutarli in modo adeguato, svolgendo una costatante azione di monitoraggio del fenomeno.

Nel 1996, con l’introduzione della legge 108/96, fortemente voluta da Adiconsum, l’istituzione del Fondo di Prevenzione Usura, la nostra associazione è stata anche riconosciuta dal Ministero del Tesoro come organismo di assistenza e di solidarietà ai soggetti vittime di attività estorsive o a rischio di usura. Da allora, Adiconsum non ha mai interrotto la sua attività accumulando un’esperienza diretta a contatto con le persone sovraindebitate o a rischio di usura, nell’istruire le domande per i casi meritevoli di accesso ai finanziamenti del fondo e diventando un importante punto di riferimento per le famiglie e per le istituzioni operando su tutto il territorio nazionale. Il numero delle persone che nell’ambito di questa attività abbiamo ascoltato, assistito, orientato è enorme e la scelta di svolgere questa ricerca sul sovraindebitamento, nasce proprio dalla consapevolezza che la nostra attività decennale ci pone in una posizione privilegiata per lo studio del fenomeno. L’obiettivo è duplice: fare una fotografia delle famiglie sovraindebitate che nel corso degli anni si sono rivolte a noi per comprendere meglio le motivazioni che sottostanno a questo fenomeno, le difficoltà e le aspettative delle persone che vivono il dramma del debito e allo stesso tempo, verificare cosa è cambiato o sta cambiando in tutti i soggetti coinvolti.

L’obiettivo è che le famiglie che cadono nella condizione di sovraindebitamento o le vittime dell'usura possano accedere a percorsi di soluzione del loro problema, di recupero e reinserimento pieno nella vita sociale e allo stesso tempo che una cultura dell'uso responsabile del denaro non venga meno anche in questa “società dei consumi”. Con la consapevolezza che il problema del sovraindebitamento non possa essere arginato esclusivamente attraverso azioni di prevenzione e di aiuto a posteriori, e sulla scorta dell'esperienza acquisita in questi anni, Adiconsum è andata inoltre elaborando una proposta di legge sul sovraindebitamento che ha trovato ampie adesioni, frutto di un ampio confronto con i soggetti interessati al problema.

Realizzare una nuova legge per affrontare in modo più efficace il tema del sovraindebitamento è un obiettivo arduo, ambizioso, che crediamo potrà essere realizzato con il contributo e con il concorso di tutti (associazioni consumatori, fondazioni, mondo bancario, finanziario e politico), nella consapevolezza che il sovraindebitamento sta sempre più divenendo un nuovo problema sociale che può coinvolgere ognuno di noi e che può potenzialmente riguardare ogni famiglia del nostro paese.

Questa ricerca ha inteso anzitutto muoversi in linea di continuità con le precedenti ricerche svolte da Adiconsum, riguardo al tema del sovraindebitamento, dell'usura e del risparmio, che hanno approfondito tramite analisi qualitative non solo le dinamiche psicologiche e sociali, ma anche i percorsi di scelta che si celando dietro ad un uso patologico o problematico del denaro come nel sovraindebitamento e nell’usura, e le rappresentazioni e credenze sul mondo del risparmio e dell'investimento. Il percorso fin qui compiuto, si è inserito nel più ampio filone di ricerche sociologiche e psico-sociali, che nel corso di questi anni ha approfondito queste tematiche, favorendo la determinazione dei molteplici fattori di rischio e fattori protettivi alla base di fenomeni estremamente complessi e multifattoriali quali il sovraindebitamento e l’usura.

Adiconsum, attraverso l’attività decennale del fondo di prevenzione usura e con la sua diffusione su tutto il territorio nazionale, rappresenta un “osservatorio privilegiato” del fenomeno sovraindebitamento e l’analisi delle centinaia di cartelle che nel corso degli anni sono state presentate dalle famiglie italiane per accedere al fondo di prevenzione, ha permesso di individuare nuovi ed importanti elementi conoscitivi. In quest’ottica, l’obiettivo della ricerca è stato principalmente quello di produrre una “fotografia” delle famiglie sovraindebitate tramite una ricerca non più di taglio qualitativo (interviste approfondite con pochi soggetti) come avvenuto per le precedenti, ma quantitativo, non solo attraverso l’analisi di frequenze e percentuali, ma anche attraverso una più approfondita analisi delle correlazioni tra variabili, che ha permesso di porre in rilievo, all'interno di un vasto campione di soggetti, degli indicatori e dei profili di rischio ben identificabili.

Se infatti, dalle precedenti ricerche sono emerse importati informazioni riguardanti la processualità attraverso la quale le famiglie “costruiscono” il proprio percorso di indebitamento fino a ricorrere, in alcuni casi, all'usura, nella ricerca di Adiconsum si è invece voluto approfondire il problema sovraindebitamento attraverso una lettura approfondita delle caratteristiche socio-economiche delle famiglie indebitate.

Pur essendo consapevoli che il campione di riferimento non è rappresentativo della popolazione generale, la sua vastità, ben 626 soggetti provenienti da tutta Italia, rende questa ricerca, ad oggi, tra le più approfondite e complete sull’argomento. I dati statistici ottenuti, confermano ed integrano i dati forniti dalla letteratura esistente e forniscono un ritratto estremamente nitido, delle famiglie sovraindebitate che dal 2003 ad oggi, hanno presentato domanda per accedere al fondo di prevenzione usura. A questo scopo, sono state analizzate ben 107 variabili, riguardanti numerose aree di interesse: variabili legate alla composizione della famiglia, ai redditi prodotti, alle spese sostenute, alle tipologie di indebitamento, alle figure dei creditori e alle motivazioni alla base dell'indebitamento ecc.

Dall'analisi dei dati riguardanti il campione di soggetti preso in esame (frequenze, percentuali e chi quadro), è possibile tratteggiare un profilo di famiglia sovraindebitata caratterizzata, in termini generali, da un nucleo familiare il cui numero di componenti è in media di 3/4 persone, nel quale sono solitamente presenti figli studenti (o molto piccoli), o figli adulti disoccupati e quindi economicamente dipendenti dalla famiglia o impiegati in lavori sommersi e/o saltuari.

La mancanza di un reddito adeguato nelle nuove generazioni, delinea una condizione di rischio per la quale i figli permangono nella famiglia di origine anche in età adulta senza contribuire alle spese e pesando economicamente anche per lungo tempo. Anche la fase di vita successiva, legata allo svincolo dei figli dalla famiglia sembrerebbe delinearsi come una fase nella quale si inseriscono fattori di indebitamento, in quanto queste sembrano costituire una sostanziale fonte di supporto economico per le giovani coppie che non sono in grado di sostenere autonomamente le spese per la formazione del nuovo nucleo familiare (matrimonio, casa, arredamento ecc.).

Le difficoltà economiche del campione analizzato sono inoltre connesse alla nascita del primo figlio e al periodo del pensionamento, in quanto eventi che provocano una riduzione drastica e immediata delle entrate economiche, senza che vi sia un adeguato bilanciamento delle spese contingenti (mentre aumentano le spese di tipo medico e permangono le spese legate ai mutui accesi in particolar modo per l'acquisto della casa).

L’incapacità delle famiglie di gestire adeguatamente le spese a fronte di un cambiamento strutturale (es. di reddito, di lavoro ecc.), è un fenomeno psicologico ormai conosciuto in economia, per il quale i comportamenti delle persone non si modificano immediatamente al mutare delle condizioni socio-economiche, di conseguenza a fronte di una diminuzione o a un aumento es. di reddito, è possibile assistere ad un mantenimento dello stile di vita, delle spese e delle aspettative precedenti all'avvenuto cambiamento. Anche le famiglie nelle quali sono presenti portatori di handicap o persone con malattie croniche o gravi risultano tra le più esposte a rischio, in particolar modo se i costi delle cure mediche costringono la famiglia a sostenere spese per cure specialistiche in altre città o non convenzionate con il S.S.N.

Il reddito principale delle famiglie analizzate deriva primariamente dal lavoro dipendente del capo famiglia (le donne in maggioranza non hanno redditi, lavorano in nero o percepiscono redditi bassi) e si caratterizza per essere, anche nelle fasce più alte, fortemente indebitato e di conseguenza, insufficiente a coprire le spese o ad accantonare quote di risparmio.

La tipologia di creditore per eccellenza è la banca, seguita dalle finanziarie alle quali le famiglie si rivolgono più che altro per accedere a finanziamenti, al credito al consumo o per usufruire dei nuovi sistemi di accesso al credito quali le carte revolving e per acquisti contingenti e legati a beni come l’hi-tech, mobilio per la casa e per l'acquisto di automobili. In questi casi, la situazione di sovraindebitamento è stata soprattutto prodotta dall'illusione di poter utilizzare ad oltranza pagamenti rateizzati che hanno indotto i soggetti ad effettuare spese superiori alle proprie possibilità economiche senza mettere in campo alcuna strategia di rientro finanziario.

Significativa è altresì la percentuale di soggetti che motivano l’indebitamento con la perdita del proprio lavoro o di quello del coniuge.

Nell’attuale clima di instabilità lavorativa molte famiglie, anche del ceto medio, si trovano improvvisamente a dover affrontare la drammatica situazione della perdita del lavoro soprattutto a causa della crisi delle imprese, con la conseguente difficoltà a ritrovare nuovi sbocchi lavorativi sufficientemente adeguati a sostenere le spese familiari e i debiti contratti (es. mutuo). Le forme debitorie più diffuse nel caso della banca restano quelle più tradizionali, quali il mutuo, in particolare il mutuo fondiario per l'acquisto di immobili e lo scoperto di conto corrente. Per quanto riguarda l’ammontare del debito, la maggioranza dei soggetti contrae debiti tra i 20.000,00 e i 30.000,00 euro; non è da trascurare, tuttavia, la presenza di situazioni estreme in cui sono stati rilevati debiti per oltre 80.000,00 euro.

Le famiglie analizzate, il più delle volte, hanno evidenziato un percorso di indebitamento estremamente complesso: debiti con più finanziarie, con le banche, con lo Stato e con creditori vari ecc. che configurano situazioni patrimoniali caratterizzate da una sovraesposizione finanziaria fortemente a rischio che precipita nel momento in cui si verificano “imprevisti” finanziari (malattie, perdita del lavoro, separazione personale o divorzio, acquisto auto, spese mediche ecc.), ai quali la famiglia è costretta a far fronte. Sembra quindi confermato il definirsi di un sovraindebitamento che è frutto della costruzione attiva di un percorso di indebitamento che può durare anche anni, caratterizzato da una incapacità da parte delle persone di valutare i rischi connessi a certe tipologie di spesa, di monitorare adeguatamente le conseguenti uscite e la capacità di assolvere ai debiti contratti nonchè di fare previsioni per il futuro rispetto anche a possibili imprevisti.

La ricerca mette quindi in evidenza un dato allarmante, il sovraindebitamento non riguarda più esclusivamente le fasce povere, ma sempre più le famiglie di ceto medio e può sopraggiungere durante tutto l’arco del ciclo di vita della famiglia. Sembra infatti delinearsi il rischio che i fattori precipitanti si inseriscano in particolar modo in quelle che vengono comunemente definite come le tappe evolutive della persona e della famiglia, ed in particolare durante la costituzione del nucleo familiare, la nascita dei figli, l’uscita dei figli dal nucleo familiare, il pensionamento ecc.

Sembrano quindi non esserci più delle fasi di vita “sicure” qualificate da una maggiore stabilità economica (come ad esempio l’età adulta) in quanto distinte da quote di risparmio che garantiscono tranquillità alla famiglia e delle fasi di vita più a “rischio”, caratterizzate da una minore stabilità economica (come ad esempio l’età giovanile), distinte da incertezza (es. ricerca di un impiego, formazione del nucleo familiare, acquisto della casa ecc.), quanto piuttosto un percorso caratterizzato da numerosi nodi critici. In quest’ottica, diventa indispensabile mettere in campo una serie di azioni a più livelli, attraverso azioni di monitoraggio del sovraindebitamento, non solo in quanto problema connesso e antecedente l’usura, ma anche come fenomeno che si sta sempre più configurando come un’emergenza sociale che si sta diffondendo anche ai ceti medi.

In quest’ottica, riteniamo opportuno sottolineare che è sempre più necessario nell’ambito della ricerca sul comportamento economico, produrre studi che non si limitano a prendere in considerazione alternativamente le varie tipologie di fattori influenti: economici, psicologici, socio-culturali, quanto piuttosto orientarsi verso disegni di ricerca in grado di analizzarne congiuntamente le interrelazioni reciproche. Diventa inoltre indispensabile potenziare le azioni di prevenzione nelle scuole, nel territorio, nelle famiglie, istituendo dei punti di informazione, consulenza e tutoraggio che consentano di intervenire quando la situazione di passività economica non ha ancora assunto i caratteri dell'ingestibilità. In questo percorso, è inoltre necessario partire dall'assunto che, piuttosto che seguire la strada ”dell'istruzione” dei consumatori/utenti (educating the public) fondata su un “modello deficitario” che vede nella scarsa cultura finanziaria il nodo problematico da risolvere, è piuttosto necessario seguire la via alternativa del riconoscimento dell'esistenza di un pensiero economico ingenuo e dell'ascolto del linguaggio attraverso cui esso viene espresso.

E proprio in quest’ottica, si inseriscono le attività dello “sportello famiglia” Adiconsum, il quale assumendo un’ottica sistemica, sta operando, congiuntamente al fondo di prevenzione usura, per fornire alle famiglie informazioni, sostegno psicologico, assistenza per accedere al fondo di prevenzione ecc., ma che è altresì attivo nell’ambito della ricerca e della prevenzione, attraverso la realizzazione di progetti sull’uso responsabile del denaro per le scuole.

Risulta inoltre indispensabile, per un adeguato monitoraggio e prevenzione del problema un’azione congiunta con tutte le altre figure operanti nell’ambito del credito, banche, finanziarie ecc., per definire criteri di trasparenza che tutelino le famiglie, nonché l’impegno politico ad attuare azioni concrete di tutela della famiglia come la proposta di legge sul sovraindebitamento predisposta da Adiconsum si propone di realizzare.

27 Novembre 2007 · Loredana Pavolini