Una famiglia su cinque fa debiti per vivere

Da tempo oramai si parla dell'impoverimento del paese, delle difficoltà delle famiglie ad arrivare alla fine del mese, del crescente disagio che vivono i ceti medi. Proprio in queste ultime settimane si è evidenziato il crescere dell'indebitamento delle famiglie italiane che sempre più ricorrono a prestiti per far fronte alle spese correnti e non solo per acquisti straordinari. Abbiamo cercato di verificare quanto sia diffusa questa situazione. Sappiamo che una delle voci principali di indebitamento è rappresentata dal mutuo per l'acquisto di una casa, vista l'elevatissima presenza delle case di proprietà nel nostro Paese.

Abbiamo quindi parlato dei debiti delle famiglie escludendo questa rilevante voce. Vediamo subito i dati più interessanti.

Il ricorso al credito negli ultimi due anni (cioè sostanzialmente da quando il problema dell'aumento dei prezzi è apparso in maniera consistente e sensibile nel nostro paese) ha coinvolto una quota imponente di famiglie: quasi il 20%.

Se pensiamo che da questo dato sono esclusi i mutui, come detto, ma anche gli indebitamenti a breve rappresentati dall'uso sempre più esteso delle carte di credito, balza agli occhi che siamo di fronte ad un fenomeno diffusissimo. E chi ha contratto debiti lo ha fatto principalmente per acquistare un'automobile (34%) ma anche, più o meno nella stessa misura, per arrivare alla fine del mese (32%). Qualcuno ha affrontato spese per ristrutturare casa (11%), ma c'è anche chi ha dovuto chiedere prestiti per acquistare elettrodomestici (6%) o mobili (5%).

Sembrano piccole percentuali. Ma traduciamole in numeri: circa 1.300.000 famiglie che sono indebitate per l'auto, poco meno per tirare la fine del mese, circa 400.000 per la ristrutturazione della casa, più o meno 200.000 non riescono col proprio reddito ad acquistare lavatrici, lavastoviglie o mobili. Le piccole percentuali diventano numeri importanti, che ci danno l'idea dell'estensione del disagio.

Ma facciamo pure i maligni: non è che per caso gli italiani sono le solite cicale e vogliono fare il passo più lungo della gamba? Vogliono forse acquistare l'auto più bella e aggiornata anche se la vecchia funziona ancora, oppure la tv al plasma anche se con il tradizionale 24 pollici si vede ancora benissimo? Non è così: circa il 70% di chi ha fatto prestiti ci dice che è stato costretto a contrarli per far fronte a spese necessarie e non rinviabili, solo un quarto ci dice invece che effettivamente lo ha fatto per non rinunciare ad acquisti voluttuari o comunque non indispensabili. Ecco quindi il numero finale: oltre due milioni e mezzo di famiglie non ce la fanno.

Il problema è poi ingigantito dal fatto che la maggioranza non contrae debiti con le banche ma con le finanziarie (58% di chi ha fatto prestiti). E qui non ci addentriamo più di tanto, anche se da più parti sono stati lanciati allarmi sull'affidabilità di alcune (molte?) di queste società. Rimane comunque evidente che ci sono difficoltà nell'accesso al credito attraverso il canale bancario. Anche se comunque la percezione diffusa, soprattutto delle famiglie indebitate, è che oggi sia più facile di un tempo ottenere prestiti e fidi. E la parte più rilevante di chi si indebita tira un sospiro di sollievo per essere riuscita a far fronte a spese chenon sono altrimenti sostenibili.

Ma chi si indebita di più? Soprattutto i giovani e le famiglie dei ceti medi e medio/alti. E in particolare sono le persone fra i 31 e i 45 anni quelle che maggiormente faticano a tirare la fine del mese e che devono far fronte a spese non procrastinabili. Ecco il profilo: ceto medio, o comunque con lavoro fisso, con il mutuo della casa e i figli da tirare su. E' lì che può esserci la soglia di rottura oltre la quale non si riesce più a tenere lo standard di vita che si ritiene accettabile. Negli Stati Uniti molte famiglie stanno dichiarando bancarotta. Non vorremmo che cominciasse a succedere anche da noi.

di NANDO PAGNONCELLI scritto il 14 marzo 2004

10 Novembre 2007 · Patrizio Oliva