pillole tributarie


Accertamento basato su parametri e studi di settore – il contribuente può contestarne l’applicabilità

18 Giugno 2015 - Giorgio Valli


La procedura di accertamento tributario standardizzato mediante l'applicazione dei parametri o degli studi di settore costituisce un sistema di presunzioni semplici. La gravità, precisione e concordanza di tale sistema di presunzioni non è ex lege determinata dallo scostamento del reddito dichiarato rispetto agli standards in sè considerati – meri strumenti di ricostruzione per elaborazione statistica della normale redditività – ma nasce solo in esito al contraddittorio da attivare obbligatoriamente con il contribuente, pena la nullità dell'accertamento. Il contribuente ha l'onere di provare, senza limitazione alcuna di mezzi e di contenuto, la sussistenza di condizioni che giustificano l'esclusione dell'impresa dall'area dei soggetti cui possono essere applicati gli standards o la specifica realtà dell'attività economica nel periodo di tempo in esame, mentre la motivazione dell'atto di accertamento non può esaurirsi nel rilievo dello scostamento, ma deve essere integrata con la dimostrazione dell'applicabilità in concreto dello standard prescelto e con le ragioni per [ ... leggi tutto » ]


Operazioni inesistenti – risponde del reato l’amministratore che presenta la dichiarazione e non quello che registra la fattura

18 Giugno 2015 - Giorgio Valli


Non risponde del reato di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti l'amministratore di una società il quale, dopo aver acquisito e registrato una fattura per operazione inesistente, sia cessato dalla carica prima della presentazione della dichiarazione fiscale per la cui redazione la medesima fattura sia stata poi utilizzata dal suo successore. Infatti, il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti si consuma nel momento della presentazione della dichiarazione e non già al momento in cui detti documenti vengono registrati in contabilità. Non ha rilievo il fatto che le fatture cui si riferisce la dichiarazione fraudolenta risalgano tutte al periodo in cui il soggetto ha rivestito la carica di amministratore della società, in quanto ciò che rileva è se tale carica fosse ricoperta al momento della presentazione della dichiarazione IVA. Solo con la presentazione della dichiarazione fiscale il reato può considerarsi perfezionato, mentre non [ ... leggi tutto » ]


Contestabilità del credito iva da parte dell’agenzia delle entrate – termini rigorosi di decadenza

31 Agosto 2013 - Anonimo


Pronunzia di conferma sui termini di decadenza per la contestabilità del credito IVA da parte degli uffici dell'amministrazione finanziaria. La Corte di Cassazione, infatti, ha ribadito il proprio precedente orientamento in cui affermava che anche la contestabilità del credito IVA preteso dal contribuente è soggetta ai termini rigorosi di decadenza previsti per l'accertamento delle maggiori imposte dovute: “si deve ritenere che il credito riportato in dichiarazione deve, se del caso, essere contestato da parte dell'Ufficio mediante avviso di rettifica da effettuarsi nei termini di decadenza previsti dalla legge. Se ciò non avviene, a fronte dell'istanza di rimborso, l'Amministrazione, divenuto definitivo il credito dichiarato, è tenuta ad effettuare il rimborso” (CTP Pisa sent. 86 del 30 giugno 2010). [ ... leggi tutto » ]


Sottrarre beni al fisco è reato anche senza esecuzione

2 Novembre 2012 - Giorgio Valli


La Suprema Corte ha confermato la punibilità penale per sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte (articolo11, decreto legislativo74/2000) anche in un caso in cui il contribuente si era liberato dei propri beni prima che fosse iniziata nei suoi confronti una procedura di esecuzione coattiva tributaria. Infatti, trattandosi di reato di pericolo, è sufficiente la notifica di cartelle esattoriali esecutive, che nel caso in esame era avvenuta prima della stipula del rogito per un importo superiore alla soglia di punibilità prevista dalla norma (C.Cass. sentenza numero 28567 de 17 luglio 2012). [ ... leggi tutto » ]


Non assoggettabilità tarsu e inidoneità a produrre rifiuti? la prova spetta al contribuente

2 Novembre 2012 - Giorgio Valli


La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un contribuente che sosteneva la non soggettività TARSU di propri locali adibiti a uso autorimessa perché inidonei a produrre rifiuti. I giudici hanno argomentato che “il presupposto della tassa di smaltimento dei rifiuti ordinari solidi urbani, secondo il decreto legislativo 15 novembre 1993, numero 507, articolo 62, è l'occupazione o la detenzione di locali ed aree scoperte a qualsiasi uso adibiti: l'esenzione dalla tassazione di una parte delle aree utilizzate perché ivi si producono rifiuti speciali, come pure l'esclusione di parti di aree perché inidonee alla produzione di rifiuti, sono subordinate all'adeguata delimitazione di tali spazi ed alla presentazione di documentazione idonea a dimostrare le condizioni dell'esclusione o dell'esenzione”. L'onere di provare la non assoggettabilità TARSU dell'area in questione incombe al contribuente (C.Cass. sent. numero 11351 del 6 luglio 2012). [ ... leggi tutto » ]