licenziamento giusta causa e giustificato motivo


Licenziamento illegittimo per chi denuncia il datore di lavoro all’autorità giudiziaria » anche se le ipotesi di reato si rivelano infondate

27 Novembre 2017 - Chiara Nicolai


L'obbligo di fedeltà (di cui all'articolo 2105 del codice civile), non può essere esteso sino a imporre al lavoratore di astenersi dalla denuncia di fatti illeciti che egli ritenga essere stati consumati all'interno dell'azienda, poiché, in tal caso, si correrebbe il rischio di scivolare verso, non voluti, ma impliciti, riconoscimenti di una sorta di dovere di omertà che, ovviamente, non può trovare cittadinanza nel nostro ordinamento giuridico. La presenza e la valorizzazione di interessi pubblici superiori porta ad escludere che nell'ambito del rapporto di lavoro la sola denuncia all'autorità giudiziaria di fatti astrattamente integranti ipotesi di reato, possa essere fonte [ ... leggi tutto » ]


Il lavoratore che denuncia per reati o illeciti amministrativi il proprio datore di lavoro non è passibile di licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo

22 Marzo 2017 - Tullio Solinas


L'obbligo di fedeltà previsto dal codice civile (articolo 2105) secondo il quale il lavoratore non deve divulgare notizie attinenti all'organizzazione e ai metodi di produzione dell'impresa, non può essere esteso fino ad imporre al lavoratore stesso di astenersi dalla denuncia di fatti illeciti che egli ritenga essere stati consumati all'interno dell'azienda. In tal caso, infatti, si correrebbe il rischio di scivolare verso, non voluti, ma impliciti riconoscimenti di una sorta di dovere di omertà (ben diverso da quello di fedeltà) che, ovviamente, non può trovare la benché minima cittadinanza nel nostro ordinamento giuridico. Lo Stato di diritto attribuisce valore civico [ ... leggi tutto » ]


Licenziamento per giustificato motivo oggettivo – a carico del datore di lavoro l’onere di dimostrare l’impossibilità di repèchage per il lavoratore licenziato

15 Novembre 2016 - Tullio Solinas


Il legislatore ha disciplinato le ipotesi in cui si presenta la necessità di sopprimere determinati posti di lavoro a causa di scelte attinenti all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa (articolo 3 legge 604/1966). Compete ai giudice il controllo in ordine all'effettiva sussistenza dei motivo addotto dal datore di lavoro, il quale ha l'onere di provare, anche mediante elementi presuntivi ed indiziari, l'effettività delle ragioni che giustificano l'operazione di riassetto. Sotto il medesimo versante, va considerato che la dimostrazione della effettività delle ragioni sottese al provvedimento espulsivo, non è sufficiente da sola ad integrare gli estremi [ ... leggi tutto » ]


Pubblico impiego – in caso di assenza per malattia non è sufficiente l’eventuale referto medico della visita di controllo fiscale per evitare il licenziamento senza preavviso

28 Settembre 2016 - Tullio Solinas


La normativa vigente (articolo 55-septies del decreto legislativo 165/2001) dispone che, nell'ipotesi di assenza per malattia protratta per un periodo superiore a dieci giorni, e, in ogni caso, dopo il secondo evento di malattia nell'anno solare, l'assenza del dipendente pubblico dal posto di lavoro venga giustificata esclusivamente mediante certificazione medica rilasciata da una struttura sanitaria pubblica o da un medico convenzionato con il Servizio sanitario nazionale. Dunque, il legislatore ha inteso porre a carico del lavoratore, dipendente della PA, l'obbligo di attivarsi in tal senso, atteso che, è prevista la sanzione disciplinare del licenziamento senza preavviso in occasione di assenza [ ... leggi tutto » ]


Beneficio della sospensione del pagamento delle rate mutuo – può accedervi anche il mutuatario licenziato per giusta causa se ha impugnato il provvedimento

9 Agosto 2016 - Piero Ciottoli


Negli ultimi anni sono state realizzate diverse iniziative a sostegno della clientela in difficoltà nel pagamento delle rate di mutuo. In particolare, il 31 marzo 2015 l'ABI e varie associazioni dei consumatori hanno sottoscritto un accordo per la sospensione del credito alle famiglie. Tale accordo prevede, al ricorrere di specifiche circostanze (ad es. perdita del posto di lavoro, morte, handicap grave, sospensione o riduzione dell'orario di lavoro), la possibilità di sospendere per un massimo di dodici mesi la quota capitale delle rate sia per i mutui garantiti da ipoteca su immobili destinati ad abitazione principale, non rientranti nelle misure del [ ... leggi tutto » ]