licenziamento comportamenti vita privata
Impiegato di banca – no al licenziamento per sovraindebitamento
Le condotte extra lavorative di un impiegato di banca possono integrare giusta causa di licenziamento soltanto se integranti illecito penale: ed infatti, la giurisprudenza si è limitata ad ammettere il licenziamento di dipendenti bancari resisi responsabili di reati contro il patrimonio. I debiti accumulati da un impiegato di banca non possono essere considerati tali da ledere irrimediabilmente il rapporto fiduciario con il datore di lavoro, vuoi perché essi trovavano origine in vicende esclusivamente private, vuoi perché, nel caso specifico, non è stato in alcun modo dimostrato che la situazione economica del dipendente avesse negativamente influenzato l'espletamento dei compiti lavorativi o [ ... leggi tutto » ]
Attività lavorativa in malattia e licenziamento per giusta causa
Lo svolgimento di attività lavorativa nel periodo di malattia giustifica il licenziamento se fa presumere l'inesistenza della malattia stessa o se pregiudica o ritarda la guarigione La giurisprudenza ritiene che il lavoratore in malattia non ha l'obbligo assoluto di astenersi da qualsivoglia attività lavorativa. Egli può svolgere attività lavorativa nel periodo di malattia purchè ciò non sia incompatibile con lo stato di malattia stesso e non ritardi o pregiudichi la guarigione. La Cassazione ha anche precisato che il lavoratore ha comunque un obbligo di correttezza e di collaborazione che gli impone di metere a disposizione del datore di lavoro le [ ... leggi tutto » ]
Giudizio penale e licenziamento per giusta causa
Il reato del lavoratore è giusta causa di licenziamento solo se compromette il rapporto fiduciario con il datore Nel caso in cui il lavoratore sia stato rinviato a giudizio per gravi reati non commessi nello svolgimento del rapporto di lavoro, ma ritenuti dal datore di lavoro potenzialmente idonei ad incidere sul rapporto fiduciario, il giudice del lavoro non deve limitarsi a considerare il dato oggettivo del rinvio a giudizio e ritenerlo sufficiente ad integrare la giusta causa di licenziamento. Il giudice del lavoro dovrà invece verificare in concreto se la commissione di tali reati abbia compromesso il rapporto fiduciario e [ ... leggi tutto » ]
Superamento del periodo di comporto e impugnazione del licenziamento
Il recesso del datore di lavoro per superamento del periodo di comporto costituisce ipotesi peculiare di cessazione del rapporto di lavoro Il recesso del datore di lavoro per superamento, da parte del lavoratore, del periodo di comporto ("secco" o "frazionato") costituisce una ipotesi del tutto peculiare di cessazione del rapporto di lavoro: non è dovuta nè ad un fatto dell'azienda, nè, propriamente, ad un fatto o colpa propri del lavoratore, ma piuttosto all'impossibilità di quest'ultimo di assicurare con sufficiente continuità la propria prestazione. Essa è regolata in una norma speciale, ossia l'articolo 2110, comma 2, del Codice civile, secondo cui: [ ... leggi tutto » ]
Licenziamento per comportamenti della vita privata
In linea generale, i comportamenti che il lavoratore assume nella sua vita privata, al di fuori del contesto lavorativo, non possono giustificare il licenziamento. In proposito, l'articolo 8 dello Statuto dei lavoratori vieta di effettuare indagini su fatti non rilevanti ai fini della valutazione dell'attitudine professionale del dipendente. Riguardo i precedenti penali, questi sono circostanze che attengono alla vita privata e, quindi, irrilevanti ai fini del licenziamento. I fatti extralavorativi, tuttavia, potrebbero assumere rilevanza qualora siano di gravità tale da far ritenere il lavoratore professionalmente inidoneo alla prosecuzione del rapporto. Ciò avviene quando la tipologia del rapporto richiede, per le [ ... leggi tutto » ]