appropriazione indebita


Non integra il reato di appropriazione indebita il mancato rimborso di un prestito

20 Maggio 2017 - Genny Manfredi


Anche il danaro, nonostante la sua fungibilità, può trasferirsi nel semplice possesso, senza che al trasferimento del possesso si accompagni anche quello della proprietà. Ciò di norma si verifica, oltre che nei casi in cui sussista o si instauri un rapporto di deposito o un obbligo di custodia, nei casi di consegna del danaro con espressa limitazione del suo uso o con un preciso incarico di dare allo stesso una specifica destinazione o di impiegarlo per un determinato uso: in tutti questi casi il possesso del danaro non conferisce il potere di compiere atti di disposizione non autorizzati o, comunque, incompatibili con il diritto del proprietario e, ove ciò avvenga si commette il delitto di appropriazione indebita. Ne consegue che il denaro può essere oggetto di appropriazione indebita solo quando sia consegnato dal legittimo proprietario, ad altri con specifica destinazione di scopo che venga poi violata attraverso l'utilizzo personale da [ ... leggi tutto » ]


Separazione personale » restituzione beni e denaro? solo se si dimostra l’esclusiva proprietà

31 Ottobre 2014 - Andrea Ricciardi


In tema di separazione personale, qualora il coniuge pretenda la restituzione di denaro e beni dal consorte deve dimostrare la non contitolarità degli stessi. Nei confronti dei beni cointestati ai coniugi vige la presunzione di comproprietà ai sensi dell'art. 1298 c.c.. Per cui non potrà chiedere il recupero di tali beni il marito che non dimostri di esserne l'esclusivo proprietario. Questo l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione, con sentenza 23002/14. Da ciò che si evince dalla pronuncia in esame, opera sempre la presunzione di comproprietà delle somme sul conto corrente o degli immobili salvo prova contraria. A parere degli Ermellini, infatti, nei confronti dei beni cointestati ai coniugi vige la presunzione di comproprietà: da ciò ne deriva che il coniuge che voglia recuperare la proprietà di uno o più di tali beni deve dimostrare di esserne l'esclusivo proprietario. Al contrario, si considerano automaticamente al 50% di entrambi. Pertanto, pensateci due [ ... leggi tutto » ]


Conto corrente cointestato a firma disgiunta – quando il prelievo si configura come appropriazione indebita

15 Luglio 2014 - Simonetta Folliero


E' configurabile il reato di appropriazione indebita a carico del cointestatario di un conto corrente bancario, il quale, pur se autorizzato a compiere operazioni separatamente, disponga in proprio favore, senza il consenso espresso o tacito degli altri cointestatari, della somma in deposito in misura eccedente la quota parte da considerarsi di sua pertinenza, in base al criterio stabilito dal codice civile, secondo cui le parti di ciascun cointestatario si presumono, fino a prova contraria, uguali. Così si è espressa la Corte di Cassazione nella sentenza numero 29019/14. In pratica, il cointestatario di un conto corrente a firma disgiunta, che dispone, senza il consenso degli altri cointestatari, delle giacenze del conto corrente per una quota maggiore di quella a lui teoricamente assegnata dal codice civile (il 50% se i cointestatari sono due, il 33,3% laddove ci siano tre cointestatari ecc…) può essere chiamato a rispondere del reato di appropriazione indebita. Si [ ... leggi tutto » ]


Separazione » si configura il reato di appropriazione indebita se si sottraggono beni dall’ex casa coniugale

26 Giugno 2014 - Stefano Iambrenghi


Dopo la separazione, qualora un ex coniuge sottragga dei beni dall'ex casa coniugale commette il reato di appropriazione indebita. Il coniuge che non prenda di buon grado la pronuncia del giudice e si appropri, prima di lasciare la casa assegnata all'ex di una serie di beni, come oggetti di arredo, suppellettili o elettrodomestici, si procura un ingiusto profitto e deve rispondere del reato di appropriazione indebita. Questo l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con sentenza 11276/2013. A nessuno fa piacere l'idea di lasciare la casa coniugale senza poter portare via i propri beni. Bisogna dire, però, che quando il giudice pronuncia la sentenza di separazione, assegnando la casa familiare a uno dei due coniugi, attribuisce sempre l'appartamento insieme a tutti quei beni e servizi necessari ad assicurare l'ordinaria organizzazione della vita familiare, a prescindere da chi ne sia il proprietario. Con questa disposizione, la normativa vigente garantisce ai soggetti che [ ... leggi tutto » ]


Leasing » contratto risolto e moto non restituita? e’ reato

13 Febbraio 2014 - Giovanni Napoletano


Contratto di leasing risolto e motocicletta non restituita: la mera detenzione qualificata è reato. Ciò, perchè l'interversione del possesso sussiste anche in caso di mera detenzione qualificata. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, sezione penale, con la sentenza numero 5201/14, depositata il 3 febbraio 2014. Leasing ed appropriazione indebita Nel procedimento che ha fatto scaturire la pronuncia esaminata, un uomo aveva presentato ricorso per Cassazione dopo che in primo e secondo grado era stato condannato per il reato di appropriazione indebita. Il ricorso era fondato sul fatto che, secondo quanto affermato dai legali dell'imputato, mancavano gli elementi costitutivi del reato, sia oggettivi che soggettivi, in quanto in relazione al bene oggetto del contratto di leasing, cioè una motocicletta, lo stesso imputato non si era comportato come se ne avesse effettivamente possesso. L'uomo, infatti, sosteneva di non essersi mai rifiutato di riconsegnare il bene in questione, avendo indicato il luogo [ ... leggi tutto » ]