Dare dell’incompetente all’amministratore di condominio nel corso di un’assemblea non integra il reato di ingiuria

Nel contesto di una discussione condominiale, nel corso della quale un condomino rivolge all'amministratore l'epiteto di incompetente, il fatto risulta senz’altro assistito dall’esercizio di un legittimo diritto di critica nei confronti dell’amministratore stesso, con riguardo alle modalità della gestione del condominio.

Il termine non trascende di per sé i limiti di tale esercizio, non investendo la persona dell'amministratore in quanto tale, ma limitando la critica agli atti dallo stesso compiuti nello svolgimento del proprio incarico.

Né il superamento di un legittimo diritto di critica può essere desunto da altri comportamenti quali, in particolare, l’affissione nella bacheca condominiale, nei giorni successivi, di un biglietto nel quale l'amministratore veniva definito come un mentecatto, trattandosi di fatti commessi da ignoti e comunque estranei a quello specificamente contestato, esauritosi nell'ambito della discussione nell'assemblea del condominio.

Così hanno deciso i giudici della Corte di cassazione (quinta sezione penale) nella sentenza 5633/15.

18 Febbraio 2015 · Chiara Nicolai