Storie di ordinario squallore, parte seconda – Per favore Agostino …

Letta. Urbani. Letizia Moratti. Minoli. Landolfi. Cuillo. Tante le richieste a Saccà. Ma molte vanno a vuoto

È un telefono bollente, dove arrivano richieste di raccomandazione d'ogni genere. Politici d'ogni colore, sindaci, attori, manager. Tutti domandano qualcosa ad Agostino Saccà: dal gran capo di Mediaset Fedele Confalonieri ai vertici dei Ds, da Letizia Moratti a Luca Barbareschi. Tra giugno e ottobre 2007 la Procura di Napoli registra questa sterminata ragnatela di segnalazioni smistate dal direttore di Rai Ficton, il settore della televisione di Stato con il budget più ricco.

Tutti cercano di inserire attrici e programmi nel palinsesto. Lui ascolta, promette, si impegna, richiama: non dice mai di no. Lavora per gli altri e per sostenere i suoi favoriti personali, come l'attrice Isabella Briganti che conquista due fiction. Secondo la ricostruzione dei magistrati, opera nella struttura pubblica lavorando già per il suo futuro di imprenditore privato.

Alcune volte raggiunge il risultato: partono appalti e scritture. In molti casi invece l'intervento non pare avere avuto esito. Anche perché l'inchiesta per corruzione nel frattempo diventa pubblica: scattano interrogatori e perquisizioni, facendo cambiare il clima intorno al manager della fiction. Che adesso rischia il processo penale e deve fronteggiare il procedimento disciplinare della Rai. Ma intorno a Saccà si era creata una galassia di potenziali conflitti di interessi e un sistema di scambi di favori, finanziati con il denaro dei contribuenti. Ecco una rassegna delle persone che hanno chiamato Saccà, tratte dai brogliacci di intercettazione depositati negli atti del processo di Napoli.

Giuliano Urbani Giuliano Urbani e Ida Di Benedetto: il connubio tra l'ex ministro della Cultura, ora membro del consiglio della Rai, e l'ex attrice, oggi produttrice di fiction, sopravvive agli anni e alle polemiche. Vittorio Sgarbi nel 2002 fu colpito da una querela per aver insinuato un legame tra le produzioni e la relazione amorosa. Cinque anni dopo la coppia resiste e anche il conflitto di interessi: il 18 giugno del 2007 Saccà riceve una telefonata di Urbani che vuole sbloccare l'attivazione (cioè il via libera ai pagamenti) di 'Angelica', una miniserie della casa si produzione della sua compagna. La stessa mattina, Ida Di Benedetto fa una scenata alla segretaria di Saccà proprio per quella miniserie. Se 'Angelica' stenta, c'è un'altra fiction targata Di Benedetto della quale Urbani si interessa che invece decolla: 'La meravigliosa storia di suor Bakhita'. Approvata e girata.

Letizia Moratti Il sindaco di Milano raccomanda la moglie del suo braccio destro, Paolo Glisenti. Saccà, per rassicurarla sul fatto che il provino al quale teneva era stato fatto, interrompe una proiezione. Purtroppo il provino va male e, puntuale, arriva la telefonata di rimbrotto. Luciana Barazzoni, assistente personale della Moratti è molto dispiaciuta e dice che i suoi capi, Letizia Moratti e Glisenti, oggi segretario generale dell'Expo 2015, tenevano molto al provino per Eliana. Nell'intercettazione non si dice il cognome ma tutto fa supporre si tratti di Eliana Miglio, attrice e moglie di Glisenti. Saccà protesta la sua innocenza per l'esclusione. Dice che non decide da solo, c'è una commissione e comunque lui ce l'ha messa tutta: è andato prima dal produttore e poi dal capostruttura ma non c'è stato nulla da fare.

Luca Barbareschi Il neodeputato del Popolo delle libertà ha una sua casa di produzione ed è uno degli interlocutori più combattivi quando si parla di soldi. Il 19 giugno 2007 discute con Saccà di una fiction da girare in Sicilia con il contributo della Regione. Chiede 3 milioni e 900 mila euro. Saccà non sgancia più di 3,6 milioni. Barbareschi replica che allora non si fa. Quando Fabrizio Del Noce, a suo dire, gli blocca il contratto, il 18 settembre chiama infuriato da New York. L'amico Agostino gli promette che, attraverso Andrea Ronchi, farà chiamare il direttore generale Cappon. E Barbareschi, poco prima di entrare a Montecitorio, fa in tempo a scandire: "Le intercettazioni di Napoli sono una trappola. Saccà è una risorsa".

di Marco Lillo

da L'Espresso

26 Giugno 2008 · Patrizio Oliva




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