Sigaretta elettronica » Cancellato (finalmente) il divieto nei luoghi pubblici

Sigaretta elettronica » Cancellato il divieto nei luoghi pubblici

Sigaretta elettronica, è stato cancellato il divieto nei luoghi pubblici. Ciò, grazie ad un emendamento di un esponente del PDL approvato dai deputati il 23 ottobre 2013.

Ma prima di illustrare il decreto che ha scagionato le e-cigarette negli spazi di uso comune, torniamo un attimo indietro, soffermandoci sugli aspetti peculiari della famosa sigaretta new age ed analizzando il precedente divieto.

Un piccolo flash sulla sigaretta elettronica

La famosa sigaretta elettronica, o e-cigarette, prende, come modello, i tradizionali prodotti per inalare il fumo, quali le sigarette, i sigari e le pipe.

È uno strumento dotato di una batteria ricaricabile che consente di inalare vapore di una soluzione di acqua, glicole propilenico, glicerolo, nicotina (in quantità variabile o anche assente) e aromi alimentari.

Il vapore inalato consente di provare un sapore e una sensazione simile a quella provata inalando il fumo di tabacco di una tradizionale sigaretta.

Non essendovi combustione, però, il rischio cancerogeno è ovviamente assente per la mancanza dei residui dovuti a questo processo (catrame, idrocarburi policiclici aromatici, eccetera).

Ormai abbiamo imparato a riconoscerle nelle mani dei sempre più numerosi utilizzatori che si vanno moltiplicando nelle città italiane.

Ma la sigaretta elettronica fa male? E’ il grande dubbio che circola tra glisvapatori, così sono stati ribattezzati i nuovi adepti del fumo digitale. Sulla carta, la sigaretta elettronica fa “meno male” della sigaretta classica, perché non genera combustione.

La quantità media di nicotina presente in una sigaretta è di 0,8 mg (1 mg per le più forti). Dunque, un fumatore di 20 sigarette al giorno, a fine giornata ha assorbito 16mg di nicotina.

Nei liquidi per la sigaretta elettronica, la quantità di nicotina presente è espressa in milligrammi per millilitro.

Una quantità di nicotina di 18mg (valore medio-alto) indica la presenza di 18mg di nicotina in 1ml di liquido. Se si considera che una cartuccia corrisponde a 3 o 4 sigarette, con la sigaretta elettronica, fumando con la stessa intensità, in una giornata verrebbero utilizzate circa 6 cartucce, corrispondenti a 21 sigarette, pari a circa 7 mg di nicotina inalata utilizzando una cartuccia "media" da 18mg (e 9mg circa utilizzando una cartuccia da 24mg).

La conclusione dovrebbe essere che con la sigaretta elettronica la quantità di nicotina inalata è minore rispetto a quella delle sigarette "tradizionali", a parità di uso.

I dubbi principali sulla sigaretta sono sostanzialmente due:

  1. Il “bugiardino” del liquido inalato non è dettagliato ed è privo di avvertenze specifiche
  2. La nicotina dà comunque assuefazione, e dunque fa male alla salute

Comunque, è bene ribadire che le sigarette elettroniche non fanno fumo.

Non c’è quindi combustione: fanno vapore.

Non ci sono quindi catrame, carta, additivi o altre delle migliaia di sostanze presenti nel tabacco.

È come fare un piccolo aerosol.

Una certezza c’è: non sono cancerogene.

Il divieto di usare la sigaretta elettronica nei luoghi pubblici

Comunque, si era aperta una lunga diatriba tra i sostenitori e gli oppositori della e-cigarette, che era culminata, con la vittoria di quest'ultimi, nella decisione del Consiglio superiore di sanità.

Il consiglio, infatti, aveva valutato di vietare l’uso di sigarette elettroniche in tutti i luoghi pubblici, dopo l'interpellanza del Codacons, associazione che per prima in Italia aveva chiesto di adottare questo divieto presentando al riguardo una apposita diffida al ministero della salute.

Il Consiglio superiore di sanità aveva così scelto di adottare il modello francese.

Il parere sarebbe stato ispirato alla migliore evidenza scientifica, alla protezione delle fasce deboli (minori e donne in gravidanza) e alle azioni del governo francese.

Il divieto di usare la sigaretta elettronica nei luoghi pubblici

Con il decreto Istruzione, convertito in legge nei giorni scorsi, è stato cancellato il divieto di utilizzo della sigaretta elettronica nei luoghi pubblici, introdotto, come accennato, a giugno 2013.

In virtù dell'emendamento «4.25» presentato dal presidente della commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan (Pdl) e approvato dai deputati il 23 ottobre scorso, è stata stralciata l’ultima parte del comma 10-bis dell'articolo 51 della legge Sirchia (introdotto appunto con il dl Iva-Lavoro), con la quale erano state applicate alle sigarette elettroniche le norme in materia di tutela della salute dei non fumatori previste per i tabacchi.

Cancellando proprio quest’ultima frase, come ha scoperto venerdì 8 novembre l’agenzia di stampa parlamentare Public Policy, di fatto viene reso possibile svapare la bionda elettronica dove invece permane il divieto per le sigarette tradizionali: uffici, ristoranti, cinema, mezzi pubblici e bar.

L’e-cig rimane invece vietata nelle scuole, in virtù della norma introdotta dallo stesso decreto Istruzione.

12 Novembre 2013 · Patrizio Oliva