Chiara Nicolai

Innanzitutto va chiarito che il mancato pagamento dei debiti non ha risvolti penali. Solo i grandi evasori potrebbero correre rischi di tipo penale. Ma, per fortuna loro, o hanno aderito allo scudo fiscale o si avvalgono di grandi fiscalisti, oppure, in ultima istanza, corrompono funzionari dell’ADE, di Equitalia o qualche intraprendente avvocato che fa scomparire la documentazione.

Del resto, mi sembra anche giusto, dal momento che non ha senso questa discriminazione. I poveri non vanno in galera per debiti ed i ricchi teoricamente potrebbero andarci. Secondo me è palesemente anticostituzionale.

Detto questo, andiamo oltre.

Avere una quota di proprietà indivisa conferisce molto spesso, al debitore, una certa sicurezza di invulnerabilità, nei riguardi di un eventuale pignoramento, che non è affatto giustificata.

Paradossalmente, anzi, aggredire una proprietà indivisa può costituire, per il creditore, un elemento di pressione a proprio vantaggio.

Tutto dipende dalla possibilità di divisibilità materiale del bene.

Infatti, il giudice per le esecuzioni tenta, in un primo momento, di mettere all’asta la sola quota in possesso del debitore. Ma, di questi tempi, lei immagina qualcuno disposto ad accollarsi la comproprietà di un terreno magari nemmeno edificabile?

Il giudice per le esecuzioni, in seconda battuta, chiede l’assistenza di un perito per capire se, ed a quali costi, la quota del debitore possa essere materialmente enucleata, evitando per quanto possibile, l’incombenza di vincoli come, ad esempio, le servitù di passaggio.

Qualora anche questa ipotesi risultasse non percorribile, al giudice per le esecuzioni non resterebbe che consentire la vendita all’asta dell’intero bene per confiscare successivamente quanto del ricavato spetta al debitore.

Dunque, la vendita (pro quota o integrale) è sempre la soluzione migliore da adottare quando un bene indiviso (e soprattutto se indivisibile) è in odore di pignoramento per i debiti di uno, o più proprietari.

La motivazione è assai semplice. Una vendita all’asta, con i “magheggi” e la scarsa trasparenza che caratterizza da sempre questo tipo di operazione, è da evitare ad ogni costo. E la questione riguarda, se mi sono spiegata bene, non solo il debitore, ma anche gli altri “incolpevoli” proprietari non debitori.


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