Simone di Saintjust

Gentile signora, il trasferimento di sue esclusive proprietà a suo marito, nell’ambito di un accordo di separazione consensuale, in cambio di 350 euro mensili e successivo alla formazione di una debito erariale, è evidentemente finalizzato solo a sottrarre le sue proprietà dal pagamento delle tasse dichiarate ma non corrisposte. Quindi facilmente revocabile la parte dell’omologa di separazione che prevede tale trasferimento.

Ma senza andare troppo lontano e nel difficile, si potrebbe obiettare che il mancato pagamento delle tasse dovute è andato ad accrescere le disponibilità familiari, quindi anche quelle del suo ex marito (che era ancora marito quando lei dichiarava l’irpef ma non la pagava). A meno che lei non riesca a dimostrare di aver sperso l’Irpef, non corrisposta allo stato, in vacanze ai tropici in compagnia di un aitante gigolò.

Ma, e qui casca l’asino: in tale evenienza avrebbe meglio avvalorato quest’altra fantasiosa “boutade” con un accordo di separazione per colpa.

A pensarci bene, tuttavia, neanche se fosse stato per colpa, l’accordo, cosi’ come è stato congegnato, reggerebbe ad un giudizio di merito. Certo, può aggiungere che lei è generosa ed ha voluto gratificare un marito che l’ha resa felice. Lo stato le risponderà, e giustamente aggiungo, che prima deve pagare l’IRPEF (dovuta a tutta la comunità) e poi può liberamente essere generosa con chi crede.

E’ stato un vero piacere leggerla. Non sono riuscito a trattenere il sorriso nel vedere come la racconta. Magari avessi conosciuto una come lei. La mia ex moglie, con l’accordo consensuale, mi ha mandato per stracci …


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