Chiara Nicolai

Se gli eredi legittimi rinunciano all’eredità non si finisce con il gioco del cerino acceso (o se vuole della patata bollente) da passare ai parenti più prossimi. Vengono coinvolti solamente i discendenti dei chiamati all’eredità, che possono anch’essi rinunciare.

L’importante è non mettere inconsapevolmente in atto comportamenti di accettazione esplicita dell’eredità (tipo chiedere al PRA il trasferimento di proprietà di un’automobile dichiarandosi eredi legittimi) senza avere definito prima un quadro chiaro dell’esposizione debitoria del de cuius.

Ancora meglio recarsi da un notaio per sancire formalmente la rinuncia, semmai accompagnata dalla formula del beneficio di inventario.

Con la semplice rinuncia ci si mette l’anima in pace. Si possono mandare a quel paese eventuali creditori e non si è costretti ad adempimenti burocratici.

Con la formula del beneficio di inventario non c’è comunque commistione fra patrimonio dell’erede e quello del de cuius.

Ma l’erede, in pratica, prima di rinunciare o accettare intende capire se il bilancio fra attività e passività del de cuius pende a suo favore.

Naturalmente questo potenziale vantaggio ha un costo: adempimenti di natura fiscale, legale, contabile e notarile da espletare ogni volta che un creditore si presenta alla porta.


Per visualizzare l'intera discussione, completa di domanda e risposta, clicca qui.