Assegno sociale e vendita unica casa di proprietà

i depositi bancari e altri patrimoni possono influenzare l’ottenimento dell’assegno sociale


DOMANDA

Mia nonna è titolare di una pensione sociale ed è proprietaria del solo immobile dove abita: nel caso in cui decidesse di venderlo il ricavato della vendita (circa 70 mila euro) andrebbe nel suo conto corrente e successivamente verrebbe utilizzato per acquistare la nuova casa non più intestata a lei ma a me che sono suo nipote. Premesso ciò, volevo sapere se nel periodo che divide questi due eventi (vendita dell’immobile e acquisto del nuovo intestato a me) potrebbe perdere la pensione sociale (avendo nel conto in banca 70.000 euro)?
Tramite le diverse ricerche online e i diversi pareri che ho ascoltato presso caf e commercialisti, la risposta ancora non mi è chiara. C’è chi sostiene che perderebbe l’assegno e c’è chi sostiene il contrario in quanto questa cifra non rappresenta un reddito. Inoltre mi chiedevo se, qualora effettivamente potrebbe perdere l’assegno, facendo a mio favore una procura a vendere e incassare, e quindi far transitare i soldi della vendita dal mio conto corrente invece che dal suo, riuscirei ad aggirare l’ostacolo poiché non risulterebbe alcun incasso di danaro nel suo conto corrente. Vi ringrazio in anticipo per la risposta.


RISPOSTA

I depositi bancari contano ai fini dell’assegno sociale, anche se la casa di abitazione no. I risparmi sui conti correnti, i titoli e gli altri investimenti vengono considerati nel procedimento di assegnazione o revoca dell’assegno sociale, e possono influire sul diritto a ricevere l’assegno.

A differenza della casa di proprietà (prima casa), laddove, se abitata dal richiedente assegno sociale e non di lusso, la rendita catastale non è considerata reddito, i depositi bancari e altri investimenti sono rilevanti ai fini dell’assegnazione o della revoca del beneficio.

Infatti, è importante non confondere il criterio di calcolo dell’assegno sociale con quello dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) dove i depositi bancari non influenzano il reddito. L’ISEE considera il patrimonio (saldi e giacenze medie dei conti correnti), mentre la legge sull’assegno sociale si basa sui redditi percepiti o dichiarati, anche se, in pratica, l’INPS valuta anche il patrimonio mobiliare (di cui ha contezza per le comunicazioni obbligatorie che la banche devono effettuare) al fine di verificare lo stato di bisogno del richiedente l’assegno sociale.

Concludendo, i depositi bancari e altri patrimoni possono influenzare l’ottenimento dell’assegno sociale, poiché l’INPS valuta lo stato di bisogno economico considerando tutti i redditi e anche i beni patrimoniali. Anche se la normativa si basa sui redditi dichiarati, la giacenza sui conti può essere considerata per determinare lo stato di bisogno effettivo.

Per come aggirare l’ostacolo, non siamo in grado di fornire soluzioni certe, ma la donazione (nuda proprietà più usufrutto) dell’immobile in cui abita la percipiente assegno sociale ci sembra la soluzione più lineare.


14 Ottobre 2025

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