Annapaola Ferri

I suoi 2 fratelli e l’altra sorella hanno perfettamente ragione quando asseriscono che lei abbia già avuto da sua madre superstite 6 mila euro (lasciamo stare la successione di suo padre e supponiamo che la donazione l’abbia fatta sua madre, per semplificare le cose) come donazione in vita che vanno compensati con la quota di legittima che le spetta: hanno completamente torto, e prendono una cantonata, quando, invece, affermano che lei deve essere, per questo, esclusa dall’eredità di sua madre.

Non esiste alcun diritto sul patrimonio lasciato dalla defunta, in relazione all’asserita convivenza con quest’ultima di alcuni figli rispetto ad altri: si concretizzerebbe, così, una palese lesione della quota di legittima di uno dei coeredi.

Alla morte (le auguro il più tardi possibile) di sua madre, detto X il valore del patrimonio in euro lasciato dalla defunta, a ciascuno dei 4 eredi (lei compresa) toccherà (X + 6 mila)/4 euro ed i 6 mila euro che mancano all’appello dovrà rifonderli lei.

Detto in altre parole, se può venire più semplice, a ciascuno dei 4 eredi (lei compresa) toccherà X/4 euro. Poi, lei, che ha già beneficiato di una donazione di 6 mila euro, dovrà versare, a ciascuno dei 3 coeredi (2 fratelli ed una sorella) l’importo di 1.500 euro.


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