Con la delibera del 01 febbraio 2018, 50/2018/R/eel, l’Autorità dell’Energia (Arera), aveva stabilito la ripartizione, tra tutti gli utenti del servizio elettrico, degli oneri generali di sistema, una parte parafiscale della fattura elettrica, non pagati dai consumatori morosi.

La delibera obbliga le società che offrono servizi energetici a riscuotere dai clienti in regola le bollette arretrate a partire dal 1 gennaio 2016 degli altri clienti, ancora non saldate.

L’Arera, che ha spiegato di essere stata costretta a tale decisione da una sentenza del Consiglio di Stato (2182/2016), chiarisce che le bollette morose sarebbero oneri generali di sistema e, in quanto tali, a carico del cliente, non dell’impresa.

Dopodiché, sono partite le prime smentite, a confondere i consumatori.

E’ circolata una catena su whatsapp che avvertiva i cittadini dei costi esorbitanti (35 euro in più a bolletta) da pagare nei prossimi mesi.

Si è alzato subito un polverone ed è arrivata la smentita: si tratta di una bufala.

Ma bufala non è, almeno a metà.

La fake news riguarda soltanto i famigerati 35 euro in più a bolletta, il resto, purtroppo, è tutto vero.

Si tratta comunque di 200 milioni di euro di bollette elettriche, non pagate dagli utenti morosi, che finiranno con l’essere onorate da tutti gli altri italiani, quelli che, invece, le bollette le pagano.

Il buco, inoltre, sembra essere molto più esteso e dunque, probabilmente, si tratta soltanto di un amarissimo assaggio.

Pertanto, anche se le compagnie ci assicurano che si tratterà di costi irrisori per famiglia (dobbiamo fidarci?) c’è chi si è attivato per fare qualcosa in contrasto alla solita tassa imposta.

L’Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari Postati e Assicurativi) ha redatto un facsimile di modulo per Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e per la Procura della Repubblica, onde fermare l’addebito in bolletta degli oneri di sistema non pagati dagli utenti morosi.

E’ possibile scaricarlo qui, controfirmarlo, e inviarlo agli indirizzi e-mail indicati.

Ecco il modulo per la diffida ad adempiere:

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