Viaggio nel mondo dei conti correnti » Ecco quali sono i più convenienti e quali aspetti considerare prima di stipularne uno

Viaggio nel mondo dei conti correnti » Ecco quali sono i più convenienti e quali aspetti considerare prima di stipularne uno

Nell'articolo di oggi, affrontiamo un piccolo viaggio nel mondo dei conti correnti: vi spieghiamo quali sono i più convenienti e quali aspetti considerare prima di stipularne uno.

Prima di affrontare la questione dei conti correnti più convenienti ai consumatori, però, facciamo un piccolo passo indietro.

Infatti, innanzitutto, per chi non lo sapesse, cos'è il conto corrente?

Scopriamolo nel paragrafo successivo.

Tutto ciò che bisogna conoscere sui conti correnti

Ecco cosa il consumatore deve conoscere sui conti correnti prima di procedere alla stipula di uno di essi.

Il conto corrente è un contratto bancario che consente di gestire i propri soldi (evitando di conservare e trasportare denaro contante) e di usufruire dei servizi offerti dalla Banca, quali ad esempio la domiciliazione delle bollette, l’emissione di assegni, il bancomat, la carta di credito e le operazioni di Internet banking.

Può essere intestato ad una o più persone e, in questo secondo caso, prevedere che ciascun “cointestatario” possa impartire disposizioni autonomamente (a firme disgiunte), ovvero solo unitamente a tutti gli altri intestatari (a firme congiunte).

Il conto corrente consente di compiere una gamma molto ampia di operazioni le cui caratteristiche e specifici costi sono descritte e regolamentate nel contratto e nel Foglio Informativo (dei quali è importante prendere visione prima di sottoscrivere il servizio). Durante la fase di scelta di un prodotto bancario è molto importante chiedere sempre adeguate spiegazioni all’operatore su qualunque argomento che non risulti chiaro.

Ci sono diverse tipologie di conti correnti.

I cosiddetti conti ordinari, “conti a consumo”, in cui le spese dipendono dal numero di operazioni effettuate: più operazioni si fanno, più si spende.

Esistono, inoltre, conti correnti a pacchetto, conti che prevedono, a fronte del pagamento di un canone, una serie determinata di operazioni bancarie ed extrabancarie.

Prima di effettuare una scelta è importante chiedersi per quale necessità si sta aprendo il conto corrente, orientando la propria scelta verso il prodotto che meglio risponde alle proprie esigenze.

Nel caso dei conti a pacchetto, ad esempio, informarsi bene sul numero e la tipologia delle operazioni comprese nel canone.

Nel tempo, al variare delle necessità, è ovviamente possibile variare la tipologia di conto per adattarla alle proprie esigenze.

Quali differenze ci sono tra il conto corrente normale e quello che privilegia l’operatività on line o self service?

I conti con operatività prevalente on line offrono condizioni economiche più competitive per le operazioni su internet, una gestione totalmente autonoma e comunque la possibilità di fruire dimolti servizi connessi ai “conti tradizionali” (ad esempio: assegni, domiciliazione bollette, carta di credito, bancomat, etc…). Rispetto ai conti tradizionali, non includono, in via ordinaria, i servizi specifici di sportello e la correlata consulenza.

Occorre valutare attentamente, in base alle proprie esigenze, quale operatività prediligere:

  • esclusivamente on line, beneficiando dei vantaggi legati al tipo di operatività “virtuale” ed accettando il maggior costo delle eventuali operazioni compiute “a sportello”;
  • sia on-line che “a sportello”, sostenendo costi simili per operazioni “virtuali” e “a sportello”
  • prevalentemente “a sportello”, rinunciando ai vantaggi legati all’operatività “virtuale” privilegiando, invece, il contatto personale.

Che cosa significa Internet banking?

Con “Internet banking” (traducibile come “Banca su Internet”) si intende la possibilità di accedere ai servizi della propria Banca direttamente da un computer, smartphone o altro strumento con accesso alla rete internet, per avere informazioni o per effettuare operazioni di gestione del denaro (bonifici, ricariche telefoniche, pagamento di bollettini, estratti conto, gestione del risparmio, etc…) a condizioni più vantaggiose per la clientela in funzione dei minori costi di gestione sostenuti dalla Banca.

Nell’utilizzo di tale strumento è necessario attenersi alle disposizioni di sicurezza fornite dalla propria Banca al fine di non incorrere in episodi di pirateria informatica.

Che documenti servono per aprire un C/C?

Gli unici documenti richiesti per l’apertura di un conto sono: codice fiscale e documento di identità in corso di validità (carta di identità, patente, passaporto, etc…).

Inoltre, al momento dell’apertura del conto, la Banca sottoporrà al cliente un questionario necessario ad individuarne il “profilo” nell’ambito della normativa antiriciclaggio.

Infine, possono essere richiesti ulteriori documenti per poter usufruire di particolari condizioni riservate a convenzioni stipulate con alcune categorie (ad esempio il certificato di iscrizione per gli studenti universitari).

È molto importante rispondere con attenzione alle domande del questionario per poter permettere alla Banca/Intermediario di “profilare” correttamente la clientela.

Quali sono i costi di un conto corrente?

L’apertura di un conto corrente in genere è gratuita.

I costi da sostenere sono connessi al tipo di conto scelto, ai servizi previsti, all’utilizzo che ne viene fatto ed alla tipologia di cliente.

Il costo del conto è di solito composto da una parte fissa e da una parte variabile, oltre all’imposta di bollo dovuta per legge.

I costi fissi principali sono l’eventuale canone periodico del conto corrente, i canoni legati alle carte di credito e al bancomat e le spese per l’invio delle comunicazioni al cliente (alcune delle quali abbattibili richiedendone la ricezione on line).

Il canone periodico - se presente - include spesso anche il costo di un certo numero (o di un numero illimitato) di operazioni, nonché alcuni importanti servizi quali, per esempio, la carta di debito, la domiciliazione delle utenze, l’home banking e il servizio di SMS.

I costi variabili dipendono dal numero e dal tipo di operazioni che si fanno (ad esempio, prelievi di denaro allo sportello automatico di altra Banca, i bonifici, il pagamento delle utenze, etc.).
All’interno del Foglio Informativo un “Indicatore Sintetico di Costo”(ISC), predisposto da Banca d’Italia per macrocategorie di clienti, rappresenta il costo indicativo per la gestione del conto corrente.

Prima di aderire ad una offerta è importante chiedere alla Banca tutti i costi connessi (es. le spese per la registrazione sul conto di ogni operazione, commissioni per l’esecuzione dei singoli servizi; canoni delle carte di credito e bancomat, spese di liquidazione periodica, interessi e altri oneri in caso di utilizzo di somme di denaro non presenti nel conto corrente), e valutarli alla luce delle proprie esigenze.

Quando si effettua un confronto in base all’ISC è importante scegliere tra le macrocategorie disponibili quella più aderente alle proprie caratteristiche.

Qual è la differenza tra saldo contabile e saldo disponibile?

Il saldo del conto corrente non è altro che la differenza (positiva o negativa) tra l’importo complessivo degli accrediti (cioè le somme che vengono depositate sul conto corrente) e quello degli addebiti (cioè le somme che escono dal conto, per prelievi, spese, bollette, etc…).

Nella pratica si distinguono, il saldo contabile, rappresentato dalla somma delle operazioni registrate sul conto fino a una certa data, ed il saldo disponibile, dato dall’ammontare effettivamente a disposizione (tenuto conto in positivo di eventuali fidi ed in negativo di assegni versati ma non ancora resi disponibili dall’altra Banca).

Periodicamente la Banca invia ai correntisti l’estratto conto, contenente informazioni del saldo contabile sul conto ad una certa data e il riepilogo dei movimenti effettuati. Esso indica il saldo iniziale e finale e si compone normalmente di cinque colonne: data di registrazione, data di valuta, addebito, accredito, descrizione dell'operazione effettuata.

Oltre alla verifica dell’estratto conto, e’ molto importante che il cliente controlli con regolarità i movimenti effettuati sul proprio conto (tramite ATM, Internet o direttamente allo sportello).

In caso di emissione di un assegno bancario, occorre mantenere sul proprio conto la somma indicata nell’assegno fino al momento dell’ effettivo incasso da parte del beneficiario.

Quali possono essere gli inconvenienti legati ad un saldo insufficiente?

Nell’ipotesi in cui non ci fossero sul conto corrente fondi disponibili sufficienti, la Banca può respingere il pagamento di assegni bancari emessi o anche delle utenze domiciliate in via permanente (R.I.D. – rapporto interbancario diretto).

Le possibili conseguenze correlate sono, ad esempio: l’informazione della non disponibilità economica sul conto fornita al beneficiario dell’assegno emesso, con possibile relativo protesto; la comunicazione di non solvibilità inviata al fornitore delle utenze, con possibili segnalazioni negative nelle banche dati pubbliche e private, abitualmente consultate dalle Banche e dalle società finanziarie in caso di richiesta di finanziamenti.

Al fine di valutare la reale possibilità di utilizzare somme che si ritiene di possedere, occorre prestare molta attenzione alla differenza tra:

  • data contabile, giorno in cui viene eseguita la registrazione di una operazione;
  • data disponibile, giorno a partire dal quale è possibile utilizzare una somma per pagamenti o prelievi.

Cosa è l’ IBAN?

Ogni conto corrente ha un proprio codice internazionale, denominato IBAN (International Bank Account Number), che lo identifica in modo univoco e che serve obbligatoriamente per fare e ricevere bonifici.

Il Codice IBAN è normalmente riportato sui documenti contrattuali ricevuti all’atto dell’apertura del conto, sugli estratti conto periodici, nelle schermate dell’Internet Banking.

Quali sono i principali strumenti di pagamento collegati al conto corrente che posso utilizzare?

I principali strumenti di pagamento collegati al conto corrente sono l’Assegno bancario, la Carta di debito (Bancomat) e la Carta di Credito.

In caso di smarrimento o furto di carta di credito o di debito, a tutela del titolare del conto, si deve immediatamente bloccare la carta di credito/debito telefonando ai numeri verdi dedicati ad ognuna delle due categorie e presentare denuncia alle Autorità. Analogamente in caso di smarrimento o furto del blocchetto degli assegni, il cliente deve darne immediata comunicazione alla propria Agenzia per impedirne l’utilizzo fraudolento di terzi, denunciando l’accaduto alle Autorità.

Molte Banche offrono dei servizi di segnalazione via SMS dei movimenti effettuati con le carte di debito e con le carte di credito, che consentono di rendersi immediatamente conto se vi è stato un tentativo di utilizzo fraudolento delle carte in nostro possesso: è importante informarsi sull’esistenza e sui costi di questi servizi presso la propria Banca e attivarli immediatamente quando non siano già attivi.

Gli aspetti più importanti da considerare prima dell'apertura di un conto corrente

Ecco quali sono gli aspetti più importanti da considerare prima dell'apertura di un conto corrente.

Per scegliere il conto corrente non bisogna basarsi solo sul canone mensile o sul tasso d'interesse, ma occorre valutare il costo totale annuo del conto, dato dalla differenza tra gli interessi attivi sulle giacenze, se previsti, e i costi legati alle operazioni fatte dal correntista nell'anno, oltre alle spese di bollo pari a 34,20 euro e pagate allo Stato, che diventano almeno 64,80 euro nel caso in cui ci sia anche un deposito titoli.

Il bollo aumenta all’aumentare dei titoli depositati. Detto dei 34,20 euro, validi per un importo fino a 50mila euro, l'imposta può crescere fino a 70 (deposito fino a 150mila euro), 240 (da 150 a 500mila euro) e 680 (oltre 500mila euro) euro.

Spesso i conti correnti più interessanti sono quelli online.

Infatti, offrono tassi d'interesse buoni sulle giacenze e non hanno spese per le operazioni.

Dal punto di vista della sicurezza non presentano problemi particolari, ovviamente se si seguono delle precauzioni (come tenere i codici di accesso al sicuro, usare un computer personale e non quello dell'ufficio per l'accesso, non inserire i propri dati a risposta di email che sono sempre tentativi di phishing).

Non fatevi illudere dal canone dei conti correnti a pacchetto. Spesso le banche reclamizzano canone "tutto compreso", bloccato fino ad un certo periodo. Non è proprio così.

Infatti, bisogna valutare quali operazioni sono incluse nel canone periodico. Spesso si tratta delle sole spese di scrittura o solo di operazioni fatte online e fino a un certo numero per mese o trimestre.

Anche se il conto corrente non è un investimento, ma un contratto di servizi bancari, valutate anche il tasso d'interesse che la banca vi offre come remunerazione della giacenza. Avere un tasso interessante può servire a ridurre le spese di utilizzo del conto corrente.

I tassi passivi applicati sugli scoperti sono sempre a doppia cifra.

Inoltre, anche se rimanete in rosso per un solo giorno, dovete pagare alla banca la commissione di massimo scoperto (si va dallo 0,125% all'1,5%) sulla punta massima del debito, oltre che delle penali per il fatto che il conto è negativo. Può essere utile concordare con la banca lo scoperto fin dall'apertura del conto perché le condizioni applicate sono migliori.

Se usate il bancomat per prelevare da Atm di altre banche potreste pagare una commissione che in genere è di 2 euro a prelievo. Tenetene conto. Alcune banche fanno pagare ai loro correntisti anche il prelievo Atm dai loro sportelli automatici se avviene nei giorni festivi e prefestivi (si pagano 0,26 euro a prelievo).

Valutate bene anche il costo della carta di credito offerta dalla banca in cui avete il conto.

Potreste trovare offerte migliori altrove.

Infatti, ci sono molti emittenti che offrono carte di credito interessanti anche a chi non è correntista. Il pagamento dell'estratto conto avviene tramite Rid dal conto corrente.

Online si risparmia. Spesso fare le operazioni online piuttosto che allo sportello vi permette di risparmiare.

Non buttate i documenti. I documenti che invia la banca servono a tenere sotto controllo non solo l'uso del conto e dunque errori di addebiti e scritturazioni, ma anche le possibili variazioni economiche. Attenzione, la possibilità di contestare operazioni registrate sul conto si prescrive in 10 anni.

Le condizioni di conto corrente possono cambiare. Il correntista deve essere avvisato dalla banca almeno 30 giorni prima che siano operative le nuove condizioni e ha 60 giorni di tempo per recedere dal rapporto senza spese di chiusura e alle vecchie condizioni (art.118 del Testo unico bancario). Se la banca non rispetta questo iter le variazioni sono inefficaci.

Chi vuole chiudere il conto corrente lo può fare in qualsiasi momento senza che gli vengano applicate le spese di estinzione.

Stesso discorso anche per le spese di estinzione del deposito titoli che deve essere chiuso obbligatoriamente insieme al conto. Anche i titoli devono essere trasferiti gratuitamente verso il nuovo deposito titoli (la banca può chiedere solo il rimborso delle spese sostenute e documentate). Potete usare la nostra lettera tipo per chiedere la chiusura del conto.

Rassegna dei conti correnti più convenvienti

Effettuiamo, infine, una piccola rassegna dei conti correnti che risultano più convenienti per il consumatore.

Da gennaio l’Indicatore sintetico di costo (Isc) per le famiglie con operatività media nei depositi dei dieci maggiori istituti di credito è salito del 6%.

Ma tutto l’incremento si è realizzato nel primo semestre.

Da allora l’Isc è rimasto invariato.

È di 135 euro la spesa media annua di una famiglia con un uso medio della banca, dice l’indagine sui prospetti informativi delle dieci principali banche;105 euro quella per chi, nelle banche tradizionali, usa il canale online.

La forbice dei tassi resta larga: 18% il passivo medio (in assenza di fido), 0,003% il rendimento medio delle giacenze. Il conto più conveniente è Qubì di Ubi (74 euro), ma fuori classifica ci sono prodotti diversi come il conto di CheBanca! a 48 euro.

L’intenzione di applicare i tassi negativi ai conti correnti, come è accaduto in Svizzera, in Italia non c’è.

Lo ha chiarito il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, e lo ribadiscono i banchieri.

In 11 casi fra le 18 banche inserite nell’elenco Mediobanca 2015 delle principali società italiane, il Cet1 ratio (rapporto fra il capitale primario di qualità e le attività ponderate per il rischio) è pari o superiore al 12% (contro un minimo dell’8% previsto, al netto delle richieste aggiuntive della Bce banca per banca).

Il livello più basso è 10,5% (Unicredit). In ordine decrescente: Mediolanum (20,22%), Banco Popolare (14,85%), Bper (14,49%), quindi Credem, Creval, Intesa, Carige, Mps, Mediobanca, CariAsti, Sella. È premiato chi sceglie modelli d’offerta alternativi, come Mediolanum, che non centra il business sui prestiti.

La convenienza in banca è, come accade ormai da qualche anno, molto evidente nei conti online.

Ma attenzione al prelievo di contante in filiale (peraltro operazione poco logica).

Si paga fino a 5 euro e in alcuni prospetti informativi (vedi Hello Money) possono celarsi le «spese di scrittura» che sembravano scomparse: riguardano la registrazione delle operazioni fisiche e possono far salire i costi. La rilevazione di ConfrontaConti.it, il motore di ricerca di MutuiOnline, mostra che i migliori conti correnti via Internet hanno ancora costo zero o poco più (vedi grafico).

Tre i più convenienti, per le famiglie con operatività bancaria media: Hello Money di Hello Bank! (gruppo Bnl-Bnp Paribas), il Conto corrente Arancio di Ing Direct e il conto Webank della banca online del gruppo Bpm. Tutti hanno un Isc — l’indicatore sintetico di costo annuo, parametro di spesa (indicativo, appunto) secondo le simulazioni della Banca d’Italia — pari a zero.

Seguono Iw Conto di Iw Bank (gruppo Ubi) e il conto Widiba della nuova, omonima banca del Monte dei Paschi, con un costo annuo di 3,80 euro il primo e 4 euro il secondo.

Nulla, insomma.

Il canone della carta di credito è zero in tutti e cinque i conti esaminati e anche i bonifici online costano zero euro.

Non aspettatevi, però, rendimenti. Su questo fronte le differenze con i conti tradizionali non ci sono più: il tasso attivo varia tra lo 0% del Conto Arancio e Iw Conto e lo 0,25% di Widiba (con qualche offerta promozionale, come Hello Bank che remunera fino all’1% le grandi somme per i primi nove mesi). Il tasso debitore (nominale a fronte di fido) oscilla tra il 4,50% di Webank e il 7% di Ing.

Ma è sulle operazioni per cassa che risalta la regola numero uno dei conti on line: muoversi fuori dal web, sulla rete fisica degli sportelli, ha un prezzo. I prelievi di contante allo sportello costano zero solo in Webank (nelle filiali Bpm).

Per il resto, si va dall’euro chiesto da Iw Bank (gruppo Ubi, per prelievi fino a 500 euro) ai 3 euro di Widiba (Mps) e Hello Bank (che applica le spese di scrittura di 3 euro su ogni operazione allo sportello). Addirittura 5 euro con il conto Arancio.

Anche i bonifici allo sportello non sono nella filosofia delle banche online e si vede: costano.

Se Widiba si ferma a 2 euro (meno delle banche tradizionali), si toccano i 4,50 euro in Iw Bank e il picco di 7,5 euro in Hello Bank (bonifici verso altra banca).

Con il conto Arancio, poi, non si possono eseguire. La tendenza di rivolgersi al web per i depositi bancari, comunque, si sta rafforzando.Anche i bonifici allo sportello non sono nella filosofia delle banche online e si vede: costano. Se Widiba si ferma a 2 euro (meno delle banche tradizionali), si toccano i 4,50 euro in Iw Bank e il picco di 7,5 euro in Hello Bank (bonifici verso altra banca).

Con il conto Arancio, poi, non si possono eseguire.

La tendenza di rivolgersi al web per i depositi bancari, comunque, si sta rafforzando.

A causa del decreto salvabanche salgono i costi dei conti correnti

A causa del decreto salvabanche a rimetterci sono, come sempre, i correntisti: salgono infatti, nel 2016, i costi dei conti correnti.

Salgono i costi per recuperare lo sbilancio degli 1,8 miliardi destinati a CariFerrara, CariChieti, Banca Marche e Banca Etruria. Al Banco Popolare 25 euro una tantum da dicembre.

In Ubi dal 29 settembre depositi più cari di 12 euro «per accrescere la tutela» sui propri clienti.

Aumenti diversi anche in CheBanca! e Unicredit.

Ma cerchiamo di vederci più chiaro.

Niente fondi pubblici, si disse nel 2015 parlando del salvataggio delle quattro banche.

Difatti. Sono soldi privati: quelli, anche, dei correntisti.

Chiamati a coprire (benché solo in parte) i maggiori costi delle banche sane, per sostenere quelle in difficoltà.

Una “tassa” motivata con la necessità di sostenere il Fondo nazionale di risoluzione intervenuto per evitare il fallimento di Banca Etruria, CariChieti, CariFerrara e Banca Marche: tre dei principali istituti di credito italiani, Banco Popolare, Unicredit e Ubi Banca, stanno rivedendo al rialzo i costi di gestione dei conti correnti, con le associazioni dei consumatori già sul piede di guerra.

Per compensare il contributo al fondo, infatti, Banco Popolare chiederà ai propri correntisti, privati e imprese, 25 euro in più: un provvedimento che, spiegano dall’istituto, colpirà circa un milione e mezzo di clienti.

Ritocchi anche per i clienti di Unicredit, in particolare per le tipologie di conto corrente MyGenius Silver, Gold e Platinum con aumenti mensili di 2 euro: nella “proposta di modifica unilaterale del contratto” l’istituto di credito elenca una serie di interventi legislativi o regolamentari che hanno determinato “costi e minori ricavi per la Banca”, tra i quali appunto l’accordo per la costituzione di un fondo per la risoluzione delle crisi bancarie.

Per Ubi Banca il “giustificato motivo” degli aumenti di 12 euro annui è l’impennata dei costi di produzione a causa dell’applicazione di due direttive europee, tra cui il fondo di risoluzione.

In cambio i clienti riceveranno una copertura assicurativa ulteriore, una tutela in caso di fallimento che li rimborserebbe fino a 100mila euro sui depositi.

Dunque, sommando le tre banche si arriva a circa 12,4 milioni di famiglie e imprese clienti, ovvero circa il 20% della popolazione che si troverebbe a sostenere il salvataggio degli istituti di credito.

Pertanto, si raccomanda pai correntisti di verificare le email e le lettere che arrivano dalle banche.

Per legge, infatti, tutte le variazioni devono essere comunicate al correntista con un preavviso di due mesi.

In questo periodo di tempo di due mesi si può cambiare banca pagando le vecchie condizioni alla ricerca di condizioni migliori.

Anche in questa circostanza, come è sempre bene fare, confrontare le condizioni del proprio conto con quelle migliori che si possono trovare sul mercato.

29 Settembre 2016 · Gennaro Andele


Commenti e domande

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Una risposta a “Viaggio nel mondo dei conti correnti » Ecco quali sono i più convenienti e quali aspetti considerare prima di stipularne uno”

  1. Annapaola Ferri ha detto:

    Banche, rincari sui c/c per finanziare i salvataggi: Bankitalia “osserva”.
    Via Nazionale “sta osservando con attenzione il comportamento di alcune banche nel ribaltare su correntisti e depositanti i costi delle crisi bancarie”.

    MILANO – La Banca d’Italia sta “osservando con attenzione il comportamento di alcune banche nel ribaltare sulla clientela dei depositanti e dei correntisti i costi sostenuti per effetto delle crisi bancarie”. E’ quanto affermano fonti di Via Nazionale dopo l’aumento dei costi dei conti correnti, deciso da alcune banche, per recuperare parte dei contributi al Fondo che ha rilevato le 4 banche finite in risoluzione.

    “La Banca d’Italia – proseguono le fonti citate dall’Ansa – opera e continuerà a operare al fine di assicurare che le norme sui rapporti banche-clienti approvate dal Parlamento italiano non siano eluse ma pienamente applicate. Queste norme sono più tutelanti in Italia che in molti altri Paesi nei confronti dei clienti delle banche e prevedono che una banca possa, sì, cambiare le condizioni contrattuali di deposito o conto corrente, ma solo se vi è un giustificato motivo e seguendo una procedura trasparente e informando adeguatamente il cliente per consentirgli di fare le proprie valutazioni (ed eventualmente recedere)”.

    Sulla vicenda è montata la protesta del Codacons, che ha lanciato una “azione collettiva per fermare quello che è a tutti gli effetti un abuso a danno degli utenti”. L’associazione ha lanciato una racolta di testimonianze dei correntisti “che hanno subito o subiranno nelle prossime settimane aggravi di costi o inserimento di tasse e balzelli vari, direttamente o indirettamente riconducibili al Fondo Nazionale di Risoluzione”, per poi “denunciare in Procura il proprio istituto di credito per la fattispecie di ‘appropriazione indebita’. “Invitiamo i correntisti a una sommossa legale, presentando una raffica di denunce contro le proprie banche – afferma il presidente Carlo Rienzi -. Oggi stesso invieremo formale diffida alla Banca d’Italia, affinché blocchi qualsiasi iniziativa degli istituti di credito tesa a scaricare sulla collettività i costi del salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti, e punisca severamente le banche responsabili di scelte scellerate a danno dei propri clienti”.

    Lamentele anche dai deputati M5S alla Commissione Finanze della Camera: “Il decreto ‘salva-banchieri’ di novembre non lo stanno pagando amaramente solo i risparmiatori delle quattro banche risolute, ma anche i correntisti degli istituti maggiori che sono andati in soccorso del governo”. Adusbef e Federconsumatori hanno denunciato balzelli fino a 25 euro da applicare ai conti correnti, facendo i nomi del Banco Popolare, mentre Ubi e Unicredit sarebbero pronti a seguire a ruota.

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