Recupero crediti – minacce di pignoramento presso la residenza del debitore

Contattata dal recupero crediti - manderà a casa un ufficiale giudiziario se non pago

Ho tre carte di credito che non riesco più a pagare ed ho sospeso i pagamenti: ho ricevuto oggi la prima telefonata dal recupero crediti il quale mi ha spiegato che se non pago, la finanziaria manderà nella casa in cui abito un ufficiale giudiziario a prelevare tutto ciò che può essere rivenduto.

La mia domanda è questa, io sono sposata ed abito con mio marito e le mie figlie in una casa di proprietà dei miei genitori (in comodato d'uso gratuito).

Possono realmente pignorare i mobili e ciò che è presente in questa casa? Come fanno a sapere ciò che ho comprato io e ciò che appartiene ai miei genitori? Possono davvero prendere anche i mobili dei miei genitori?

Un altra domanda, questo ufficiale si presenterebbe solo in seguito ad un decreto regolarmente inviato con del preavviso, vero?

In più oggi la finanziaria mi ha chiesto una certificazione sulla reale situazione di cassa integrazione di mio marito.

Io potrei presentarla ma noi non siamo in comunione dei beni e le carte sono tutte intestate a me. Cosa mi consigliate?

E ancora, l'agente del recupero crediti è stato molto gentile e formale, chiaro, però mi ha chiesto tante informazioni che io gli ho dato a proposito di altri debiti e io gli ho detto che ho alcuni finanziamenti sull'acquisto di mobili, altre spese in famiglia. Ero obbligata a rispondere a queste domande?

E' buona norma che nessuna informazione all'agente di recupero crediti venga fornita

Il ricorso per decreto ingiuntivo promosso dal creditore, deve essere notificato al debitore che, peraltro, ha 40 giorni di tempo per presentare motivata opposizione.

Il contratto di comodato, per essere opponibile all'ufficiale giudiziario, deve essere registrato all'Agenzia delle Entrate in data antecedente alla notifica del precetto e deve specificare, con il maggior dettaglio possibile, gli arredi, le utilità, gli elettrodomestici che vengono concessi in uso al debitore.

Il creditore può, naturalmente, interagire con il debitore solo con comunicazioni scritte via raccomandata AR. Ma, non dovrebbe contattare il debitore, o fargli visita, senza un esplicito consenso.

Il debitore può decidere, se crede, di accettare il contatto telefonico ed essere gentile e deferente con chi chiama al telefono. Spesso dietro questo atteggiamento c'è la speranza, illusoria, di ottenere, in cambio, un trattamento benevolo.

Niente di più sbagliato. Chi chiama, infatti, spera solo di trovare, dall'altra parte del filo, un soggetto ingenuo o affetto da sudditanza psicologica, per carpire informazioni utili che possano poi aprire la strada all'esercizio di una maggiore pressione psicologica e coercitiva. Ad esempio, sapere dove il debitore, o i suoi familiari, svolgono la propria attività lavorativa può essere determinante per il recupero del credito.

E' buona norma che nessuna informazione all'agente di recupero crediti venga fornita. Lo scambio, se proprio si vuole averlo, deve limitarsi alle condizioni atmosferiche ed alla caducità delle cose terrene (debiti compresi). Basta.

10 Ottobre 2012 · Giorgio Martini




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2 risposte a “Recupero crediti – minacce di pignoramento presso la residenza del debitore”

  1. Anonimo ha detto:

    Io ho delle rate non pagate di un piccolo finanziamento di circa tre anni fa,vivo a casa dei miei genitori, possono pignorare casa od oggetti ?

    • Annapaola Ferri ha detto:

      In linea teorica il creditore può azionare il pignoramento presso la residenza, o il domicilio del debitore anche per qualche euro: che poi entrino in gioco fattori di convenienza economica è tutt’altro discorso.

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