Quando una pratica commerciale può essere considerata scorretta


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Una pratica commerciale è scorretta se è contraria alla diligenza professionale, ed è falsa o idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio che essa raggiunge o al quale è diretta o del membro medio di un gruppo qualora la pratica commerciale sia diretta a un determinato gruppo di consumatori.

Le pratiche commerciali che, pur raggiungendo gruppi più ampi di consumatori, sono idonee a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico solo di un gruppo di consumatori chiaramente individuabile, particolarmente vulnerabili alla pratica o al prodotto cui essa si riferisce a motivo della loro infermità mentale o fisica, della loro età o ingenuità, in un modo che il professionista poteva ragionevolmente prevedere, sono valutate nell’ottica del membro medio di tale gruppo. E’ fatta salva la pratica pubblicitaria comune e legittima consistente in dichiarazioni esagerate o in dichiarazioni che non sono destinate ad essere prese alla lettera.

In particolare, sono scorrette:

  1. le pratiche commerciali basate su azioni ingannevoli;
  2. le pratiche commerciali basate su omissioni ingannevoli;
  3. le pratiche commerciali aggressive.

2 Gennaio 2013 · Giovanni Napoletano

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  • lucia001 1 Febbraio 2013 at 13:19

    Il mio finanziamento per l’acquisto di un aiuto ha avuto a mio parere alcune omissioni, vorrei confrontarmi con voi per avere un riscontro:
    La finanziaria accettó miei documenti che comprovavano lavoro per una ditta estera, io a quel tempo stavo pianificando un ritorno in italia, lavoravo a distanza, e non avendo ancora spostata la mia residenza, misi l’indirizzo che avevo in Italia. Avevo un partime dipendente e partime con la mia firma. Nel prospetto del finanziamento misero lavoro in proprio (cosa che vidi solo quando cominciarono a sorgere i problemi), mi fecero pagare un’assicurazione di 1000 euro per eventuale copertura per perdita di lavoro che, al momento del licenziamento, mi dissero non era valida perche risultavo in proprio. Quando mi resi conto che non sarebbe valsa la pena venire in italia ho chiamato per alterare il mio indirizzo, e a fronte di alcuni problemi tecnici e di insoluzione, ho scoperto che la finanziaria non prevede rifinanziamenti, ne accodamenti di alcun tipo, con residenti all’estero. Di fronte alla mia difficolta di pagare la rata inizialmente stabilita hanno quindi chiuso tutte le porte ad altre trattative e mi hanno lasciata a piedi col debito. Nessuna di queste regole per risiedenti risulta nel contratto e non c’era modo di saperlo se non sperimentando sulla propria pelle! ho richiesto una mail ufficiale dove si elencano le direttive della finanziaria per questo tipo di situazioni, non ho ancora ricevuto risposta. Posso ricorrere con un avvocato, ci sono i presupposti? c’e un altro modo di rivalersi della scorrettezza fatta? grazie,
    saluti

    • Simone di Saintjust 1 Febbraio 2013 at 13:52

      Santander cercherà di recuperare il credito. Lei verrà contattata direttamente da Santander o attraverso la società a cui Santander avrà affidato o ceduto il credito.

      Lei non pagherà.

      Forse (dipende dalla policy del momento) il creditore valuterà se procedere per decreto ingiuntivo, che, nel caso, le dovrà essere correttamente notificato. Lei avrà 40 giorni di tempo per contattare un avvocato, esporgli le sue ragioni e presentare opposizione chiedendo magari, in via riconvenzionale, il risarcimento dei danni.

      Io dubito molto che a Santander, o a chi per esso, convenga propendere per vie giudiziali. Se ciò tuttavia accadesse, la invito a dare la giusta importanza alla notifica del decreto ingiuntivo ed a presentare, anche a costo di un ulteriore sacrificio economico, la necessaria opposizione.

    • lucia001 3 Febbraio 2013 at 01:35

      Grazie per la risposta. Ci potrebbe essere un blocco dei conti esteri come accennato in questo articolo /recupero-crediti-transfrontaliero-in-ambito-ue/? Non ho nulla a mio nome in Italia, ne all’estero, solo il conto bancario con cui esercito la mia professione.

    • Simone di Saintjust 3 Febbraio 2013 at 07:47

      Tutto dipende dalle cifre in gioco e dalla convenienza economica della’azione esecutiva. E, soprattutto, in ambito UE, resta privilegiato il recupero dei crediti di origine erariale.

      Ma, il blocco del conto corrente estero non può essere escluso. Anche per debiti verso una finanziaria.